NZEB, quanto costa un edificio a ‘energia quasi zero’?
Il settore delle costruzioni si sta evolvendo verso una sempre maggiore efficienza energetica. Un trend che riguarda sia i nuovi edifici sia le ristrutturazioni. Se consideriamo che in Italia oltre i due terzi del patrimonio edilizio esistente è stato costruito prima dell’entrata in vigore della Legge 373/1976, la prima legge italiana in materia di energia che si è occupata anche di edilizia, è evidente che il potenziale di risparmio energetico è molto ampio. E, a differenza di ciò che si tende a credere, è spesso ottenibile grazie a interventi che hanno dei tempi di ritorno molto ridotti. Insomma, costruire in chiave green non è così costoso.
V RAPPORTO SULL’EFFICIENZA ENERGETICA (RAEE)
Il risparmio energetico ottenibile con gli NZEB
Un interessante approfondimento su questa tematica è contenuto nel V Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE) redatto dall’ENEA, che analizza i costi, le tendenze e le nuove tecnologie del settore del green building in Italia, facendo in particolare riferimento ai cosiddetti NZEB (nearly zero energy building).
Gli NZEB, per chi non lo sapesse, sono edifici a ‘energia quasi zero’, ovvero con un consumo energetico pressoché nullo e che contribuiscono, quindi, a un ingente risparmio di energia. Dall’applicazione dei requisiti NZEB, nonché dalla promozione delle ristrutturazioni profonde che comportino la trasformazione in NZEB degli edifici esistenti, si stima infatti una riduzione dei consumi energetici nel periodo 2015-2020 pari a oltre 10 ktep per il settore residenziale e non residenziale.
Quando costa uno NZEB?
Il Piano d’azione nazionale italiano per incrementare gli edifici ad energia quasi zero (PANZEB), oltre a una valutazione delle prestazioni energetiche di alcune delle sue espressioni nelle differenti tipologie d’uso e zone climatiche, ha stimato anche i costi aggiuntivi, rispetto ai livelli attuali, per la realizzazione di nuovi edifici NZEB o per la trasformazione in NZEB di quelli esistenti.
Per i nuovi edifici, la valutazione è la seguente:
Mentre per le trasformazioni di edifici esistenti in NZEB, una stima del costo aggiuntivo, in percentuale rispetto ad una ristrutturazione importante di primo livello (secondo la definizione riportata nel Decreto Requisiti minimi) è mostrata nella seguente Tabella:
Le tecnologie sono mature
“Secondo i principali studi- spiega l’Enea nel report- il settore delle costruzioni ha imboccato una nuova fase, fortemente evolutiva, che dovrebbe giocare a favore dell’attuazione di tali strategie. Una nuova fase nella quale si ridisegnano visioni strategiche, processi e prodotti”.
La fotografia scattata riporta un comparto che è di fatto pronto da un punto di vista di innovazioni tecnologiche, che però vengono ancora scarsamente utilizzate. Perché? I motivi, secondo l’Enea sono da un lato la non adeguata conoscenza da parte dei professionisti del settore e dall’altro i costi che non sono ancora allineati con quelli dei prodotti già consolidati nel mercato edile. Le tecnologie mature per l’efficienza energetica degli edifici sono:
• Isolanti per l’inverno: aerogel, pannelli sottovuoto, termo-intonaco.
• Soluzioni per l’estate: PCM (Phase Change Materials), membrane endotermiche,
cool materials, tetti e pareti verdi.
• Sostituzione dei vetri: se il serramento è in buone condizioni è possibile sostituire
soltanto il vetro con uno a più elevato potere isolante, ad esempio vetri con un ridotto fattore solare o a elevato isolamento termico. Nel caso di sostituzione dell’intero serramento, i telai maggiormente utilizzati sono quelli in PVC multicamera, in alluminio a taglio termico multicamera, in legno a bassa densità. Altre soluzioni disponibili prevedono l’installazione di un doppio serramento e l’isolamento termico del cassonetto.
• Sistemi schermanti esterni: frangisole verticali fissi; frangisole verticali orientabili; frangisole orizzontali orientabili; frangisole a lamelle orientabili; tende avvolgibili.
• Sistemi per la gestione integrata delle funzioni tecnologiche dell’edificio: Building Management System (BMS); Building Automation and Control System (BACS).
Il vero trend è l’edilizia 2.0
L’innovazione tecnologica però è soltanto uno dei fattori che stanno ridisegnando il settore. L’analisi del mercato svolta da Enea descrive infatti uno scenario in forte evoluzione, caratterizzato da aree tradizionali di mercato in fortissima contrazione e nuove aree emergenti già in grado di compensare i cali dei mercati tradizionali. Come ad esempio quelle dell’energy technology e dell’impiantistica, della riqualificazione, del facility management e dell’integrazione servizi-costruzioni.
E’ un trend in ascesa anche quello dell’impiego di nuovi prodotti e soprattutto di nuovi innovativi sistemi e componenti, come le tecnologie additive delle stampanti 3D, lo sviluppo della robotica e il cosiddetto internet delle cose.
E sempre in un’ottica di web 2.0 si inseriscono lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie dell’informazione in tre distinti e connessi ambiti di intervento: l’intercooperazione tra tutti gli attori della filiera; l’interoperabilità dei modelli a supporto del miglioramento dei processi e dei sistemi di progettazione, gestione e manutenzione degli immobili; la diffusione di modelli informativi per la costruzione, i cosiddetti BIM (Building Information Modeling), in grado di ridurre significativamente il costo dell’errore.
Processi innovativi ed efficienti
Si tratta di fenomeni già in atto nel settore delle costruzioni, in varie forme non completamente espresse ma che disegnano con chiarezza il processo evolutivo avviato, almeno in quattro ambiti:
• Utilizzo dei dati e BIM: l’uso del BIM riduce al minimo la necessità di risolvere le criticità della progettazione durante e dopo la costruzione e quindi consente di limitare le cause delle varianti, dei ritardi e quindi dei costi aggiuntivi.
• Prefabbricazione: l’uso di componenti prefabbricati semplifica notevolmente il cantiere e riduce la necessità di manodopera nel sito in cui è molto meno efficace rispetto a un sito di produzione in cui possono essere utilizzate apparecchiature specializzate.
• Business e ciclo di vita del prodotto: l’utilizzo di dati della progettazione e della costruzione per una più efficiente gestione delle opere, grazie ai sistemi informativi di Facility Management, permette anche il collegamento diretto ai modelli BIM.
I vantaggi della riqualificazione
Il settore delle costruzioni in Italia è pertanto caratterizzato dall’avvio di profonde trasformazioni, in grado di modificare l’intero percorso progettuale, realizzativo e gestionale, con l’obiettivo di aumentare significativamente i livelli di produttività e ridurre il costo dell’errore. Il settore delle costruzioni ha fatto registrare nel 2015 un valore della produzione pari a 165,5 miliardi di euro, di cui 119 miliardi (72%) dovuti alla manutenzione del patrimonio esistente, sia ordinaria (36 miliardi) sia soprattutto straordinaria (83 miliardi), cresciuta notevolmente di importanza negli ultimi anni.
Nel 2007 la manutenzione straordinaria nel suo complesso valeva il 47% degli investimenti in costruzioni, mentre nel 2015 è salita al 66%, con una punta del 76,7% nel comparto residenziale. Una spinta che è arrivata sicuramente anche e soprattutto grazie alla detrazione fiscale sugli interventi di efficienza energetica e che molto probabilmente continuerà anche nei prossimi anni.
Risparmi energetici stimati al 2020
Quanto si risparmia in termini di consumi energetici con edifici più green? La Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale stima un potenziale di risparmio al 2020 di circa 5,7 Mtep/anno, con investimenti da sostenere nel settore residenziale pari a 13,6 miliardi di euro l’anno per interventi globali e 10,5 miliardi di euro l’anno per interventi parziali; per gli interventi nel non residenziale gli investimenti si stimano in 17,5 miliardi di euro l’anno.
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