Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di individui. Come nutrire il pianeta? Come fare e cosa fare per non farsi trovare impreparati?
Agricoltura

Nutrire il pianeta: tra minaccia e sfida

Entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà la cifra record di 9 miliardi di individui, questo significa che occorrerà sfamare oltre due miliardi di bocche in più e che per esempio, come abbiamo avuto modo di scrivere in occasione dello startupbootacamp foodtech, occorrerà trovare nuove soluzioni e agire prima che questa – che al momento è ancora una previsione – diventi un’urgenza.
Stando ai dati rilasciati sempre nel corso del Demo Day dello startupbootacamp foodtech soltanto l’agricoltura per cercare di porre un rimedio al sovraffollamento del pianeta dovrà aumentare del 70% la sua produzione. Come nutrire il pianeta che verrà? Come e cosa fare per non trovarsi impreparati?

Nutrire il pianeta: la minaccia e la sfida

Attualmente nel mondo già esistono 800 milioni di persone che soffrono cronicamente la fame. Non si tratta di casi sporadici e momentanei, ma di vere e proprie costanti. C’è poi ancora un’ulteriore domanda da aggiungere alle tante che ci siamo già fatti, forse è lapalissiana e al limite del banale, ma davanti a chi muore di fame forse di banale c’è poco, ed è: se nei prossimi trenta anni ci saranno 2 milioni di persone in più come faremo a sfamarli se già oggi 800 milioni muoiono di fame?

Nutrire il pianeta avvicinando la produzione al fruitore


Questo video illustra quanto risulti oggigiorno sempre più importante e necessario produrre cibo nelle vicinanze dei centri abitati. Viviamo in un’epoca in cui ci si muove sempre di più dalle periferie verso i centri, con conseguente spostamento dei prodotti alimentari dalla produzione nelle aziende agricole (fuori) agli scaffali dei centri commerciali (centro). Questa situazione inizia a essere insostenibile e a breve rischia di diventare il primo dei problemi da affrontare.

Per sfamare tutti, dobbiamo ripensare alla provenienza del nostro cibo

La popolazione urbana del mondo sta crescendo in maniera incredibilmente veloce. Nel 1950, erano 746 milioni le persone che vivevano nelle aree urbane. Nel 2014, il numero salito a 3,9 miliardi. Ed è in progressivo aumento tanto che nei prossimi 30 anni si prevede che il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane.

Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di individui. Come nutrire il pianeta? Come fare e cosa fare per non farsi trovare impreparati?

Una buona notizia?

C’è però una buona notizia: di fatto già produciamo abbastanza cibo per sfamare 9 miliardi di persone. Ma si tratta di una buona notizia soltanto a metà! Il problema è piuttosto un altro: far arrivare questo cibo a destinazione ed evitare sprechi. Si calcola infatti che un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale vada sprecato. Per fare un esempio concreto, si pensi che soltanto negli Stati Uniti, in appena un giorno, viene sprecato tanto di quel cibo che se lo potessimo mettere in un “contenitore” servirebbe uno stadio da 90 mila posti a sedere per contenerlo tutto. Significa che in un anno negli States si spreca cibo per un volume pari a 365 stadi da novantamila posti. Vien paura a chiedersi quanto sia…

Un modo per aggirare il problema degli sprechi è lo Urban farming

Di solito quando si pensa a una fattoria si pensa a un contesto totalmente estraneo alle città, ma oggi è sempre più frequente trovare delle aziende agricole sulle cime degli edifici, in piccoli appezzamenti nel centro della città o in dei luoghi abbandonati che sono stati rimessi a nuovo e adibiti allo urban farming.
Un’agricoltura più vicina a casa significa banalmente una sensibile riduzione della filiera che tradotto in termini pratici vuol dire cibo più fresco, persone più sane e meno spreco. E non solo: stando a delle stime della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite gli appezzamenti urbani risulterebbero fino a 15 volte più produttivi di quelli rurali.

Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di individui. Come nutrire il pianeta? Come fare e cosa fare per non farsi trovare impreparati?

Solo un pezzo del puzzle

Coltivare cibo nelle aree urbane è una risposta al problema iniziale che prevedeva la nutrizione di più persone, ma è solo un pezzo del puzzle.
Per nutrire la crescente popolazione mondiale sarà necessario lavorare anche sulle pratiche agricole tradizionali accrescendole e facendo sì che il loro sviluppo abbia un impatto positivo sulla popolazione.
Fino all’80% del cibo consumato in Asia e in Africa sub-sahariana è prodotto da donne e da piccoli proprietari terrieri – spesso di sesso femminile. Se davvero vogliamo nutrire il pianeta e colmare il gap che avremo davanti per prossimi 30 anni, dobbiamo correttamente investire nelle risorse di questi individui, garantir loro una crescita e rafforzare il loro reddito e produttività.

C’è ancora tanto lavoro da fare prima di poter seriamente pensare di riuscire a raggiungere l’obiettivo finale, che è quello di alimentare correttamente altri due miliardi di persone. Ci vorrà uno sforzo globale per trovare un equilibrio sostenibile tra le pratiche agricole vecchie e nuove, per accorciare le filiere ed evitare gli sprechi che ad oggi sono il vero male che rischia di far collassare il sistema.