Nati in Australia nuovi cuccioli di diavolo della Tasmania
Il diavolo della Tasmania è ricordato da molti genitori e bambini per il simpaticissimo personaggio dei cartoni animati Looney Tunes, che nella serie si chiama Taz.
In realtà, questo animale, di origine australiana, è una specie ufficialmente inserita nella lista di quelle in pericolo di estinzione.
A seguito di notevoli sforzi in campo ambientalista, dopo oltre tremila anni si è verificato un evento epocale: sono nati, in Australia, nuovi cuccioli di diavolo della Tasmania.
Perché il diavolo della Tasmania rischia di estinguersi
Originario dei territori australiani, il Sarcophilus harrisii, questo il nome scientifico del diavolo della Tasmania, ha subito una progressiva razzia da parte dei principali predatori di quei luoghi, i dingo.
Simili ai cani per aspetto, ma con un’indole assai più affine a quella dei lupi, i dingo sono sufficientemente selvatici da risultare pericolosi per alcune categorie di mammiferi, tra cui gli esseri umani.
Poiché le Autorità australiane, in particolare nei territori del sud, hanno preso coscienza con un notevole ritardo del pericolo rappresentato dai dingo, nel frattempo quasi tutti gli esemplari di diavolo della Tasmania sono stati eliminati dai cani selvatici.
Il risultato è stata una presenza di questi animali assolutamente residuale e solamente in quell’isola, situata in Oceania, da cui deriva il nome del marsupiale, un mammifero carnivoro.
A causa della contestuale progressione di una malattia endemica, un tumore trasmissibile, noto anche come tumore facciale del diavolo, che attacca unicamente il diavolo della Tasmania, tale specie è stata ulteriormente decimata, a oggi se ne contano, in tutto il Pianeta, solamente 25 mila unità.
Il programma di ripopolamento del diavolo della Tasmania in Australia
Per quanto riguarda il programma di ripopolamento del diavolo della Tasmania, questo è stato operato dalle associazioni ambientaliste Wild Ark e Re:Wild, le quali hanno operato instancabilmente per combattere la scomparsa di questi mammiferi.
L’attività oggetto del piano di ripopolamento del diavolo della Tasmania ha avuto il principale obiettivo di riportare questo animale nella sua terra d’origine, l’Australia.
Durante il 2020, i volontari delle due associazioni hanno liberato, sotto stretta supervisione di una squadra di veterinari ed esperti zoologi, 26 esemplari di diavoli della Tasmania, in un santuario situato nel parco di Barrington Tops (Nuovo Galles del Sud), con un’estensione di oltre 400 ettari.
La sfida più grande del piano, come ha affermato uno dei responsabili del progetto, il presidente di una delle due associazioni, era il fatto che, una volta liberati in un contesto naturale, nulla più dipendeva dall’uomo, in quanto tutto dipendeva dalle azioni degli animali.
Tale aspetto, in una certa misura, era piuttosto snervante, nel senso che finché non è emersa la certezza della prossima nascita dei cuccioli, nessun operatore aveva l’autorizzazione a intervenire nelle dinamiche di convivenza e riproduzione dei diavoli della Tasmania.
Ma, una volta appurata la venuta al mondo dei nuovi cuccioli nel Parco, l’emozione è stata immensa e difficile da descrivere a parole. Gli animali, sia i nuovi nati che i loro genitori, sembrano in buona salute: per verificare che tale stato risulti stabile, i mammiferi saranno oggetto di costante monitoraggio, da parte dei ranger del parco.
Altri programmi di tutela
Da quando, nel 2008, il diavolo della Tasmania è stato dichiarato ufficialmente a rischio dal Governo australiano, sono state implementate alcune misure per scongiurare l’eventualità di una imminente estinzione di questa specie.
In particolare, l’amministrazione regionale della Tasmania ha attuato, negli anni successivi, il piano denominato Salviamo il diavolo della Tasmania, focalizzato sul contrasto del fenomeno legato alla decimazione degli esemplari autoctoni.
In generale, i migliori risultati furono ottenuti con la liberazione degli esemplari in un territorio naturale, considerando anche il ciclo biologico di riproduzione, in cui le femmine raggiungono l’estro una sola volta durante l’anno, in particolare tra febbraio e marzo.
I piccoli, infatti, sono di solito svezzati in coincidenza della primavera australe, momento in cui il cibo disponibile risulta più abbondante.
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