Il prototipo di drone biodegradabile
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La NASA crea il primo drone Biodegradabile

DA MARTE AI VULCANI. Un team di 15 studenti provenienti dalle Università di Stanford, Brown e Spelman, con l’aiuto di alcuni professori e ricercatori della NASA, hanno creato durante un semplice progetto estivo, il primo prototipo di drone biodegradabile. Il lavoro è stato presentato all’iGem (International Genetically Engineered Machine Competition) in un concorso a cui hanno partecipato più di 200 ragazzi provenienti da varie università. Lynn Rothschild, ricercatrice della NASA del Ames Research Center e supervisore del progetto ha raccontato com’è nata l’idea: «Un giorno mentre stavo facendo una ricerca, mi è venuto in mente di realizzare un drone biodegradabile. L’intenzione iniziale era quella di creare un prototipo per l’esplorazione di Marte, ma poi sono emerse altre utilità». La differenza tra questo drone e tutti gli altri, è che il suo corpo è fatto di mycelium, una sostanza simile ai funghi ed è rivestito con una protezione di fogli di cellulosa, coltivati in laboratorio clonando le proteine della saliva di vespe. I circuiti sono stati stampati con inchiostro di nanoparticelle di argento, per rendere il dispositivo il più biodegradabile possibile.

IMPIEGHI POSSIBILI. L’esigenza di creare droni biodegradabili nasce del fatto che una volta lanciati, spesso questi apparecchi non fanno più ritorno alla base ma, se ciò dovesse accadere a un drone ecologico, questo si decomporrebbe senza inquinare l’ambiente. Un altro vantaggio da tenere presente con questo tipo di drone è che il materiale di cui è fatto si autogenera e interagisce perfettamente con qualsiasi superficie e atmosfera. Potrebbe infatti essere usato per il trasporto di cibo o medicine nei campi di rifugiati in diverse parti del mondo, oppure per volare in zone particolari, come l’interno di un vulcano, un incendio, o in aree tossiche. Molte sono le richieste delle aziende per questa tecnologia, per tale motivo il team di creatori sta cercando di convincere la NASA a stanziare dei nuovi fondi. Valutando le numerose potenzialità attualmente sono allo studio anche delle modalità per creare i sensori del drone dai batteri.