Il muschio assorbe anidride carbonica in altissime quantità: lo studio
Negli ultimi anni sono aumentati a livello globale gli sforzi per fermare la deforestazione. Perché abbattere delle foreste significa cancellare interi habitat naturali, mettendo a rischio la biodiversità e aprendo la strada all’estinzione; perché il disboscamento è tra le principali cause del dissesto idrogeologico; e perché gli alberi, per mezzo del processo di fotosintesi clorofilliana, trasformano l’anidride carbonica presente nell’aria in ossigendo, aiutando quindi il pianeta a “risucchiare” questo gas a effetto serra. Il quale, come, è noto, è presente in misura eccessiva per via dell’inquinamento dell’uomo, portando ai cambiamenti climatici che stanno mettendo in pericolo la nostra vita e quella della Terra stessa. Un singolo albero, stando a diverse indagini, sarebbe in grado di assorbire tra i 25 chilogrammi e i 100 chilogrammi di anidride carbonica all’anno: a quanto pare i migliori alberi anti smog sarebbero l’Acero Riccio, la Betulla verrucosa, il Tiglio e via dicendo. Ma attenzione: non sono solamente gli alberi a fare la fotosintesi clorofilliana. Anche altre piante, più piccole, possono infatti assorbire quantità importanti di CO2. Uno studio, per esempio, si è concentrato su un tipo di pianta che viene molto spesso trascurata, per via della sua altezza minima: si è però dimostrato che il muschio assorbe anidride cabronica in altissime quantità, contribuendo in modo molto importante alla “pulizia” della nostra atmosfera.
Il muschio assorbe anidride carbonica in altissime quantità
Quando si pensa alla deforestazione ci si concentra solamente sull’abbattimento degli alberi. Ma la natura è fatta anche di piante più piccole, di radure coperte d’erba, nonché ovviamente del semplice suolo, talvolta coperto da muschio. E proprio il muschio assorbe anidride carbonica a vagonate, trattandosi di una pianta che ricopre una porzione effettivamente enorme del pianeta. Uno studio pubblicato su Nature Geoscience stima infatti che la Terra sia coperta per circa 9,4 milioni di chilometri quadrati – praticamente una superficie simile a quella della Cina – proprio da muschio. E questa gigantesca superficie verde sequestra e immagazzina enormi quantità di C02: la stima degli studiosi è che il muschio sia in grado di sequestrare 6,43 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in più rispetto al suolo nudo.
E questo peraltro non sarebbe l’unico effetto benefico di questa pianta. Gli studiosi hanno infatti individuato 24 “servizi” che il muschio riserva al mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi in cui cresce. Stabilizza il microclima, fornisce minerali e carbonio al suolo, e via dicendo.
Anche le piccole piante fanno la differenza
Gli studiosi hanno voluto sottolineare che anche il muschio assorbe anidride carbonica in grandi quantità per dimostrare quanto la vegetazione nel suo complesso – e non solo gli altissimi alberi – sia preziosa per sequestrare CO2, e quindi per salvaguardare il pianeta. Come ha spiegato Peter Reich, tra gli autori dello studio, «comprendendo le contribuzioni di ogni diversa pianta, potremo definire politiche in grado di ottimizzare la gestione della natura, permettendo alla vegetazione di svolgere un ruolo di massima protezione contro i cambiamenti climatici».
L’importanza del muschio
In effetti l’importanza del muschio è chiara a tante comunità, ancor prima di pensare alla sua grande capacità di assorbire l’anidride carbonica. In varie parti d’Italia, per esempio, il prelievo del muschio dal bosco – per esempio per fare il presepe – è semplicemente vietato e multato. O si pensi per esempio all’uso del muschio in edilizia, che da secoli caratterizza tante costruzioni dei paesi artici e nordici.
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