Mettete i fiori nei vostri cannoni: arrivano le munizioni bio
Talvolta ci sono delle notizie che ci spiazzano completamente: non riusciamo a capire se, dopo averle lette, siamo felici, stupefatti o arrabbiati. È il caso di una notizia d’oltreoceano, secondo la quale alcuni ufficiali dell’esercito statunitense hanno proposto di progettare e quindi realizzare delle munizioni bio. E non è tutto qui: oltre ad esser costituiti con materiali del tutto sostenibili, questi proiettili potrebbero contenere semi di piante e fiori, così da consentire la nascita di nuovi vegetali una volta ‘utilizzati’. Eppure siamo abbastanza sicuri che gli hippy non intendessero questo con il loro famoso slogan ‘mettete i fiori nei vostri cannoni’.
Ridurre l’inquinamento delle attività militari
Sembra una notizia paradossale, eppure è vera. Quegli stessi proiettili che sono pensati, progettati e realizzati per uccidere, adesso potrebbero essere fatti con materiali bio. Ad oggi, infatti, le munizioni contengono dei composti metallici che possono essere definiti in qualsiasi modo, fuorché sostenibili: si parla nella maggior parte dei casi di piombo, ma anche sostanze come l’uranio impoverito. In questo modo, oltre ad uccidere e a ferire il nemico, questi proiettili vanno anche a rovinare incontrovertibilmente l’ambiente in cui vengono utilizzati, mettendo in pericolo le foreste e inquinando l’acqua. E non parliamo solamente dei campi di battaglia veri e propri: è infatti un dato di fatto noto che l’esercito degli Stati Uniti utilizza munizioni vere anche durante le semplici esercitazioni. Questo significa che durante l’addestramento e l’allenamento delle truppe miliardi di proiettili vengono sparsi in ogni dove. Stando all’EPA (Environmental Protection Agency) i siti militari costituiscono 900 dei 1.300 luoghi più inquinati degli Stati Uniti. Ripulire e rimettere in piedi tutti questi siti, secondo il Dipartimento della Difesa, richiederebbe 165 miliardi di dollari. Come ha spiegato alla CNN l’avvocato Skip Kazmarek,
«il piombo delle munizioni tende ad accumularsi negli anni, arrivando a inquinare le falde acquifere e minacciare l’intera fauna» e per questo, ha spiegato, «si potrebbe davvero migliorare la qualità dell’ambiente anche solo cambiando il materiale dei proiettili».
Da un ragionamento come questo, dunque, nascono le munizioni bio. Lo stesso Dipartimento della Difesa statunitense, del resto, ha ammesso che
«i componenti delle pallottole attualmente utilizzate durante gli allenamenti richiedono centinaia e centinaia di anni per decomporsi, e certe munizioni possono arrivare a corrodere il suolo e quindi inquinare le falde acquifere».
Munizioni bio, con semi
Tra le proposte contemplate dagli ufficiali c’è per esempio quella di realizzare delle munizioni bio con dell’Acido Polilattico (PLA), ovvero una plastica trasparente biodegradabile che viene prodotta a partire dallo zucchero di canna o dal glucosio e che viene giù utilizzata e commercializzata sul larga scala. Ma gli originali buoni propositi di alcuni esponenti dell’esercito americano non si fermano qui: un’ulteriore idea sarebbe quella di inserire dei semi di piante locali nelle munizioni bio. E non vegetali qualunque, ma «piante ecologicamente benefiche e vantaggiose, in grado di eliminare i contaminanti». Dunque un soldato spara, il proiettile manca il bersaglio e finisce la sua corsa qualche chilometro più in là, magari ai piedi di un albero, o contro un masso. Qui l’involucro inizia il processo di decomposizione, per poi liberare il seme di una pianta ‘speciale’, capace di risucchiare dall’ambiente circostante eventuali sostanze contaminanti pericolose per la flora e la fauna. Difficile da credere? Eppure, stando all’America’s Seed Fund, le munizioni bio contenenti dei semi sono già state sottoposte a dei test, su esplicita richiesta del Dipartimento della Difesa. Questa operazione sarebbe il frutto di un programma federale di finanziamento di ricerche, ovvero lo Small Business Technology Transfer: attraverso questo ente, il governo finanzia delle idee particolarmente innovative affinché queste possano passare dallo stadio puramente accademico e sperimentale a quello commerciale.
I proiettili senza piombo della Nammo
Non si era di certo mai andati così in là con la fantasia, ma quella dei proiettili green non è un’idea del tutto nuova. Come ha spiegato Nic Jenzen-Jones, direttore dell’Armament Research Services,
«da oltre 25 anni si pensa ad un metodo efficace per ridurre la presenza di metalli tossici nelle munizioni. Negli ultimi dieci anni, in particolare» ha proseguito, «si è cercato di creare dei proiettili in gradi di arrecare meno danno sia alla salute degli uomini che dell’ambiente».
Di certo non sono parole che si sentono tutti i giorni. Ma qualcuno ha già tradotto queste pratiche in realtà, come la compagnia norvegese Nammo, che oltre a missili e nanosatelliti produce anche munizioni: ebbene, negli ultimi anni questa azienda ha iniziato a realizzare proiettili senza piombo, i quali sono entrati a pieno titolo nella fornitura ufficiale dell’esercito (curiosamente, però, non di quello norvegese, ma di quello svedese).
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