Multinazionali con progetti green: quando il buon esempio parte dall’alto
Multinazionali con progetti green: finalmente una buona notizia anche dai “big” del mercato globale.
Nonostante siano ancora molti gli imprenditori che non credono nei benefici economici ed ambientali delle energie rinnovabili, sono sempre di più le aziende che partecipano a quella che alcuni definiscono la “rivoluzione verde” del mondo industriale.
Alcune multinazionali stanno guardando con interesse crescente alle energie pulite vedendoci non solo salvaguardia ambientale, ma anche un risparmio oltre che un guadagno.
UPS converte i furgoni e sceglie l’elettrico
Il trasporto su gomma, come noto, è uno dei grandi problemi del nostro tempo: lo smog si concentra nelle città creando gravi problemi di salute agli abitanti.
Al giorno d’oggi la maggior parte delle persone comprano in internet ricevendo comodamente a domicilio i propri acquisti. Un processo irreversibile che comporta la circolazione di molti i mezzi nei centri abitati per compiere i recapiti.
UPS, tra i leader delle aziende per le consegne, ha pensato di tutelare l’ambiente oltre che la sicurezza dei suoi autisti e il benessere dei centri abitati.
L’azienda sta infatti convertendo i suoi furgoni e i suoi camion diesel in mezzi elettrici con l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2030.
I “nuovi” mezzi elettrici, sviluppati grazie alla società Unique Electric Solutions, sono leggeri ed agili per muoversi nel traffico, hanno una vita media più lunga rispetto agli altri mezzi fin ora utilizzati, e in più non sono rumorosi: in questo modo ne gioverebbe non solo l’inquinamento dell’aria ma anche l’inquinamento acustico, cruccio degli abitanti delle città.
Un processo virtuoso che in Germania è iniziato in modo pionieristico già nel 2010.
Microsoft e Amazon: internet via col vento!
Tutti i colossi dell’informatica hanno un’enorme fame di energia elettrica.
Questa volta Microsoft si è affidata all’Irlanda, o meglio, al parco eolico di Tullahennel.
Bill Gates, come sappiamo, fa solo cose in grande: non attingerà quindi alla corrente elettrica prodotta da questa centrale green, ma la comprerà tutta per alimentare le sue infrastrutture cloud in continua espansione.
Installando una speciale batteria in ogni turbina riuscirà a incamerare l’energia che non usa rivendendo l’eccedenza. Una scelta green e nello stesso tempo un guadagno extra per il gigante dell’informatica.
Non solo: anche i Campus Microsoft stanno vertendo su consapevoli scelte green. Il nuovo centro che sorgerà a Copenhagen (futura città Carbon Neutral) verrà alimentato con energie rinnovabili e verrà costruito per essere un esempio di efficienza, risparmio energetico e sostenibilità a basso impatto paesaggistico.
Spiegano i vertici della multinazionale “Come azienda globale, i cambiamenti che apportiamo hanno un impatto a livello mondiale […] La nostra speranza è che questo impegno ispiri gli altri a unirsi a noi nella definizione degli obiettivi e fornisca fiducia a governi, aziende e individui che è possibile che le entità contribuiscano a raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’accordo sul clima di Parigi”
Tra le multinazionali con progetti green c’è anche Amazon Web Services. Amazon punta infatti ora all’eolico per nutrire i suoi enormi data center, e questa volta usa il vento dell’Indiana, USA. Obiettivo? Il 100% di autonomia energetica; per ora il parco eolico produrrà elettricità per circa 500 mila MWh.
Multinazionali con progetti green, una spinta alla concorrenza
Una scelta puramente di risparmio e sensibilità ambientale quella di Amazon? No, a volte alcune scelte vengono fatte anche un po’ per salvare la faccia davanti alla concorrenza e ai grandi clienti.
Greenpeace ha infatti fatto notare all’opinione pubblica come il colosso delle vendite in internet non si sia ancora messo alla pari degli altri big come Microsoft. Inoltre le politiche energetiche non sono del tutto chiare: “[…] Amazon continua a mantenere i suoi clienti all’oscuro sulle proprie decisioni energetiche.[…] l’azienda sta allargando le proprie attività in aree geografiche in cui sono utilizzate prevalentemente energie sporche”. Luca Iacoboni, Clima ed Energia di Greenpeace Italia.
È comunque un primo passo per un’azienda che passa dal carbone alle rinnovabili.
La competizione tra i big di internet nei confronti delle energie green rappresenta un’acquisizione di prestigio e credibilità verso finanziatori e clienti, dimostrando in questo modo di essere aziende all’avanguardia, con una certa eticità nei confronti del pianeta.
Rinnovabili: tra il risparmio e il guadagno
La scelta green è anche e soprattutto una scelta di costi: l’eolico, il solare, e le altre fonti rinnovabili producono energia che, a differenza del petrolio, subisce meno oscillazioni azionarie ed è quindi più sicura dal punto di vista della spesa economica. La rivendita dell’energia in eccesso rappresenta poi un ottimo business all’interno del business.
Come poi ha dimostrato Microsoft, tra le più ricche multinazionali con progetti green, comprandosi un intero parco eolico, queste fonti possono divenire private e a proprio uso e consumo riducendo costi di intermediazione e influenze esterne date da particolari condizioni politico-finanziarie.
Non siete né Microsoft né Amazon ma volete trasformare la vostra attività in eco-friendly? il World Resources Institute mette a disposizione una guida per facilitare la transizione delle aziende verso le rinnovabili.
Siete invece consumatori curiosi di capire quali big di internet sono eco sostenibili? Potete consultare il report di Greenpeace chiamato “Clicking Clean: How Companies are Creating the Green Internet”.
…Forse in questo modo potrete essere più consapevoli di chi state finanziando con i vostri acquisti.
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