MIWA è la start-up che mira ad eliminare gli imballaggi di plastica nei supermercati
Eliminare gli scarti, in particolare quelli plastici, ancor prima di produrli. È il precycling –traducibile con il termine pre-riciclo in italiano– il concetto base dietro MIWA, una delle start-up vincitrici del Premio The New Plastics Economy Innovation promosso dalla Ellen MacArthur Foundation, fondazione leader nella promozione di un modello di business basato sull’economia circolare. Secondo Petr Baca, fondatore e CEO di MIWA, modificando la produzione e l’utilizzo delle materia plastiche sarà possibile concretizzare un cambiamento globale in cui le innovazioni e i nuovi investimenti, considerati ad oggi visionari, rappresenteranno la quotidianità.
È sempre più evidente, infatti, come la quantità di plastica prodotta e il suo mancato riciclo e riutilizzo sia un problema urgente, tanto da richiamare l’attenzione di decisori politici. Proprio per questo, a inizio anno l’Unione Europea ha mosso i primi passi verso l’adozione di un modello di economia, innovativo e circolare, che miri a tutelare l’ambiente da una parte e a diminuire lo spreco di risorse dall’altro. Secondo la nuova strategia, entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica sul mercato saranno riciclabili, l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto e l’uso intenzionale di microplastiche sarà limitato.
MIWA è un sistema che consente il trasporto, la vendita e l’acquisto di prodotti con una sostanziale riduzione dei rifiuti di plastica. Com’è nata questa idea?
In qualità di ex amministratore delegato di Cocoon, una società di consulenza, sono nel settore del packaging da quasi 20 anni e non ho potuto non notare l’impatto negativo degli imballaggi monouso sull’ambiente. E così ho iniziato a chiedermi se esistesse un’opzione migliore. Mi sono reso conto che la nostra società ha fatto dei grandi progressi che si sono rivelati, a volte, dannosi. La confezione usa e getta è stata creata per comodità, ma gli effetti negativi hanno superato quelli positivi. Credo che la tecnologia moderna sia pronta per una soluzione atta a superare l’attuale mentalità verso gli imballaggi usa e getta, responsabili della maggioranza di inquinamento plastico nel mondo. Con MIWA, ideata nel 2014, vogliamo fare un passo in più: non creare alcun rifiuto proveniente dagli imballaggi.
Qual è la mission di MIWA?
MIWA vorrebbe prevenire la creazione di rifiuti dagli imballaggi e avere un impatto ambientale ridotto al minimo in termini di materie plastiche. Il nostro obiettivo ultimo è mostrare alle persone e alle aziende che è possibile ridurre o eliminare a monte la quantità di rifiuti che finiranno in discarica. Il cosiddetto “precycling” non è solo fattibile ma ha senso anche dal punto di vista economico e vorremmo implementare questo modello come standard nel processo di acquisto e distribuzione delle merci. Gli esistenti sistemi di gestione dei rifiuti (principalmente riciclaggio) non sono sufficienti e non stanno risolvendo il problema. Ridurre o rimuovere a monte la quantità di rifiuti d’altra parte, impedisce che lo spreco venga creato, eliminando così tutti gli effetti negativi legati alla sua esistenza. Applicare il pre-riciclo nella vita reale è limitato da barriere tecniche e soprattutto dalla mancanza di informazioni disponibili. L’obiettivo di MIWA è quello di cambiare questo approccio con la sua tecnologia e una intensa campagna di sensibilizzazione.
Come funziona MIWA?
MIWA è un sistema tecnologico e di processo per il trasporto, la vendita e l’acquisto di merci che riduce i rifiuti di imballaggio lungo l’intera catena di fornitura, dai produttori alle famiglie. MIWA crea un completo ecosistema aziendale che collega produttori, rivenditori e clienti. Il funzionamento è semplice e si integra bene con la tecnologia già esistente; si basa su contenitori riutilizzabili che vengono riempiti o svuotati a seconda della necessità. Il produttore riempie il contenitore e lo consegna al negozio dove è presente un magazzino appositamente pensato in questi termini. Durante lo spesa, il prodotto viene trasferito direttamente dal contenitore del produttore ad un contenitore del cliente, da rendere o ecologico. Ogni contenitore è dotato di un chip RFID e l’intero sistema è collegato grazie a un sistema informativo. Per l’acquirente e i rivenditori forniamo un’app per lo shopping.
Cosa rende MIWA innovativo rispetto ad altri supermercati che utilizzano prodotti senza imballaggi?
MIWA non si applica a una sola parte della catena, ma è un sistema completo. Non ci occupiamo solo della vendita di merci non imballate, ma dell’intera catena di approvvigionamento: dal produttore alla famiglia. L’obiettivo è ridurre al minimo l’imballaggio monouso durante il trasporto, lo stoccaggio e la vendita delle merci; anche perché durante questi processi vengono creati molti rifiuti inutili (imballaggio secondario e terziario) e gli attuali negozi senza imballaggi non possono purtroppo occuparsene.
MIWA si distingue anche per l’efficienza dell’intero sistema. Il nostro approccio alla minimizzazione dei rifiuti è altamente pragmatico e siamo ben consapevoli del fatto che, se vogliamo che il sistema funzioni, deve essere vantaggioso e “attraente” per tutte le parti coinvolte: produttori, rivenditori e soprattutto per i clienti. Il sistema è progettato per ridurre l’impatto ambientale, ma anche per generare profitto per le aziende e assicurare un’esperienza di acquisto per i clienti semplice e comoda.
MIWA semplifica la logistica e i processi di approvvigionamento, e cerca anche di affrontare gli ostacoli che attualmente impediscono ai rivenditori di adeguarsi alle vendite senza imballaggio, ad esempio igiene e manipolazione dei beni senza imballaggio. Grazie alla tecnologia, connettiamo il mondo digitale e quello reale direttamente nello store, offrendo la possibilità di un innovativo modo di fare shopping e garantendo al tempo stesso i migliori standard igienici. Vogliamo rendere l’esperienza di acquisto senza imballaggio altrettanto conveniente del modello standard nel supermercato “normale”, o anche meglio. Nel complesso, siamo i primi in termini di complessità della soluzione e connessione della tecnologia con la sostenibilità. Secondo le nostre informazioni, tale sistema non è stato creato o utilizzato finora.
Il sistema di contenitori elaborato da MIWA è adatto a qualsiasi tipo di cibo?
È adatto sia per prodotti alimentari che non alimentari (finora circa 350 prodotti). Per esempio trattiamo farina, zucchero, sale, spezie, caffè, cereali, riso, pasta, legumi, noci e semi, dolci, ketchup, senape, salse, miele, marmellata, etc. Per i prodotti non alimentari abbiamo detersivo in polvere, prodotti per la pulizia, sodio, prodotti granulari, alimenti per animali domestici, compresse (ad esempio per lavastoviglie), gel, shampoo, sapone. Il sistema non è -ancora- adatto per carne o prodotti caseari.
Quali sono le principali sfide per un’implementazione su larga scala che coinvolga tutti, dai produttori ai consumatori?
La sfida più grande è cambiare le abitudini e il pensiero delle persone. Familiarizzare con il pre-riciclo, integrandolo nella vita quotidiana come un nuovo modello di fare acquisti. Lo stesso vale per le aziende, dobbiamo dimostrare loro che la minimizzazione dei rifiuti ha senso dal punto di vista ambientale, ma anche economico.
Parlando di produttori e rivenditori, dovendo cambiare tutto il loro sistema, come avete pensato di coinvolgerli?
I produttori con cui abbiamo parlato sono in genere entusiasti del sistema. L’approccio rende infatti le cose più facili per loro e non hanno bisogno di occuparsi della confezione, il che riduce alcuni costi. Il principale vantaggio per i rivenditori risiede invece nella logistica e una migliore gestione del negozio grazie alla tecnologia RFID nei contenitori e nel sistema informativo. Occupandoci anche della logistica, non è necessario modificare la catena di produzione. Grazie alla modularità del sistema, non è necessario modificare neanche lo spazio del negozio, perché il sistema può essere installato praticamente in qualsiasi ambiente di qualsiasi dimensione.
Il progetto pilota (= il primo ecosistema) sarà realizzato qui a Praga, nella Repubblica Ceca. Dopodiché, replicheremo all’estero, iniziando dall’Europa, per poi espanderci ulteriormente.
MIWA ha vinto il premio The New Plastics Economy Innovation prize della Ellen MacArthur Foundation. Come sono stati pianificati i prossimi 12 mesi?
Come vincitori del premio ora parteciperemo al programma di incubazione californiano denominato Think Beyond Plastic. Il programma prevede una collaborazione intensa di un anno con esperti di sviluppo del business, branding, protezione PI, investimenti e altre aree. In generale, il programma di accelerazione dovrebbe aiutare i progetti a entrare in contatto con investitori globali e partner strategici.
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