Le microplastiche nelle balene e nei delfini
Secondo il WWF, produciamo circa 450 milioni di tonnellate di plastica ogni anno. Di queste, ben 8 milioni finiscono in mare, ogni singolo anno. Non ci sono dubbi: l’inquinamento da plastica è uno dei problemi più gravi e più grandi che dobbiamo affrontare. Questo perché in pochi decenni abbiamo sparso rifiuti plastici ovunque nel nostro pianeta, e perché per anni abbiamo fatto finta di niente. Ma ora la plastica si trova ovunque, dalle più alte vette montuose agli oceani. E parliamo di plastiche di tutti i tipi, di tutte le dimensioni. Guardando agli oceani si incontrano infatti i più diversi rifiuti: bottiglie, buste di plastica, anelli per pacchi di lattine, posate usa e getta. Ci sono poi le navi che nel corso degli ultimi decenni hanno perso in mare il loro carico, di volta in volta di stivali, di scarpe, di attrezzature per hockey, di giocattoli da vasca da bagno e via dicendo, ingrossando ulteriormente il già enorme Pacific Trash Vortex. Ma ci sono anche i rifiuti più piccoli, i miliardi di frammenti di plastica che galleggiano in superficie. Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Environmental Pollution afferma che i frammenti di plastica che galleggiano sulla superficie degli oceani sono più di 170 migliaia di miliardi. Ma a peggiorare la situazione è il fatto che questi pezzetti di plastica non si limitano a inquinare l’acqua, finendo per essere ingeriti dalla fauna marina: le analisi degli ultimi anni hanno infatti trovato tantissime microplastiche nelle balene, nei delfini e in altri animali che abitano mari e oceani.
La plastica e il grasso dei cetacei
Inconsapevolmente, gli animali che abitano il mare finiscono per ingerire quantità enormi di microplastiche. I ricercatori a capo dello studio pubblicato su Environmental Pollution hanno per esempio rivelato la presenza di plastica nei tessuti e nei polmoni di circa 2 terzi dei mammiferi marini sottoposti ad analisi. Nello specifico, il campione è stato composto da 32 animali allevati o arenatisi sulle coste di Alaska,di Carolina del Nord e California tra il 2000 e il 2021. Ma dove nello specifico si trovano le microplastiche nelle balene e nei delfini? Da quanto si può dedurre dalla ricerca citata, la plastica è un materiale lipofilo, che risulta quindi attratto dal grasso. Per questo motivo quindi le microplastiche sarebbero attratte dagli strati di grasso sottopelle dei cetacei, dai cuscinetti di grasso che si trovano sotto la mascella inferiore, e dal melone, ovvero il peculiare organo ovale che si trova sulla loro fronte formato da tessuto adiposo. Ecco che allora le microplastiche nelle balene si trovano soprattutto lì, nonché nei tessuti polmonari.
Le tipologie di microplastiche nelle balene e nei delfini
Quali tipi di plastiche vengono trovati nei tessuti dei mammiferi marini? Si tratta di frammenti delle dimensioni comprese tra i i 198 e i 537 micrometri. Per fare un paragone, il diametro di un capello umano è mediamente di 75 micrometri. A farla da padrone sono le fibre di poliestere: questo può essere spiegato dal fatto che buona parte delle microplastiche arriva dai nostri vestiti, i quali vengono consumati dalle lavatrici durante i lavaggi. Altro tipo di plastica molto presente è il polietilene, ovvero quello utilizzato per la produzione di bottiglie di plastica. Si pensi che, stando a un altro studio, una balenottera azzurra – il più grande animale vivente – potrebbe ingerire fino a 43 chilogrammi di plastica al giorno. Questo perché le microplastiche sono presenti in quantità nell’acqua nonché nelle prede stesse. Il fatto che i frammenti di plastica siano risultati presenti anche in campioni raccolti nel 2000 ci dimostra che l’inquinamento da microplastica è una drammatica realtà da oltre 20 anni.
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