Messina senz’acqua: l’emergenza continua
L’acquedotto che non c’è
Continua l’emergenza acqua a Messina, la città siciliana che ormai vive nella cronica carenza d’acqua ma che, in questo ultimo periodo a causa del maltempo e delle continue frane, ha visto per giorni interrompersi completamente l’apporto idrico. L’acquedotto di Fiumefreddo che riforniva la città è stato sommerso dalla terra e le soluzioni per ripristinare le tubature faticano ad arrivare. La conseguenza è stata l’assalto da parte delle famiglie ai supermercati, poiché il Comune ha lasciato tutti nell’incertezza, senza riuscire a dare una data precisa per il ripristino dell’acqua. Fatto ancor più scandaloso se si pensa che Messina ha in realtà un altro acquedotto, quello di Alcantara, lasciato in completo abbandono dopo che uno smottamento lo aveva spaccato nel 2009, anno di una tremenda e tristemente nota alluvione. All’altezza del torrente Giampilieri la terra inghiotte una condotta che sparisce lasciando scorrere come un fiume carsico l’acqua limpida fino a ricomparire più a valle, inghiottito dal mare.
Tariffe sospette per l’acqua di Messina
L’acquedotto di Alcantara fu costruito nel 1965 dall’ingegnere Nino Galatà che ebbe l’idea di convogliare le acque da un’altezza di 400 metri fino alla città, a quota 120 metri, con un tracciato tutto in caduta e quindi senza utilizzare alcuna energia per lo spostamento dell’acqua. Spiega Galatà, «dopo il 2009 l’acquedotto di Alcantara se lo accaparrò un ente regionale fallito, l’Eas, poi la società ‘Sicilia Acque’, ma imponendo prezzi astronomici al Comune di Messina, pretendendo più di 65 centesimi a litro, mentre l’acquedotto Fiumefreddo costa sei volte meno. Assurdo. L’Alcantara ha spese ridottissime. Tutto per caduta. Senza costi di energia elettrica. Al contrario del Fiumefreddo per il quale occorre attivare pompe di risalita fino a 100 metri. Roba da indagini della magistratura, mi pare. Fatto sta che Messina ha rinunciato a quel bene e nel 2009 frana e alluvione hanno sfasciato tutto».
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