Megacity tecnologica: il sogno arabo da 500 miliardi di dollari
Quello della sostenibilità è un concetto ampio e complesso, che può essere interpretato in diversi modi. C’è chi identifica la sostenibilità con il ritorno ad antiche pratiche e il cercare di ristabilire un rapporto quasi ancestrale con l’habitat naturale e chi invece vede nell‘innovazione tecnologica l’unico mezzo per rispondere all’esigenza di ridurre l’impatto ambientale delle attività umane. Anche sul fronte dell’urbanistica e della progettazione edilizia è evidente questa differenza di vedute: ai progetti che puntano esclusivamente sull’uso di materiali naturali e all’applicazione di principi che affondano nelle radici, si affiancano creazioni futuristiche con soluzioni eco-sostenibili all’avanguardia. Probabilmente una risposta giusta non esiste e parteggiare per un modo o l’altro è anche questione di gusti, o meglio di visione del futuro. L’idea ad esempio che le attuali città potrebbero cedere il passo a un concetto di megacity tecnologica può atterrire così come entusiasmare.
Il sogno di liberare l’Arabia Saudita dal cappio del petrolio
Alle volte la visione di futuro è anche questione di mentalità e cultura. Gli Emirati Arabi ne sono uno degli esempi più eclatanti, dove l’amore per lo sfarzo e la magnificenza si sta traducendo in progetti urbanistici eco-sostenibili stratosferici, anche da un punto di vista economico. Sono infatti ben 500 i miliardi messi sul piatto per realizzare quella che potrebbe essere la più grande megacity tecnologica al mondo. Il faraonico progetto è stato annunciato e presentato pochi giorni fa in occasione del forum “Future investment initiative” dal principe saudita Mohammed Bin Salman, designato al trono lo scorso giugno. Il giovane erede è ambizioso e sembra determinato a raggiungere uno degli obiettivi che finora nessuno è riuscito a mettere a punto: liberare l’Arabia Saudita dal cappio della dipendenza dal petrolio, investendo in soluzioni alternative guidate dalle rinnovabili.
Neom, una megacity tecnologica 100% rinnovabile
La megacity tecnologica immaginata dal principe, che si chiamerà NEOM, è infatti prima di tutto un polo industriale, commerciale e residenziale totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico. Tutta l’energia necessaria ad alimentare la città, che si svilupperà su una superficie di 26.500 km2 e che sarà la prima zona franca ad abbracciare tre paesi (Arabia Saudita, Egitto e Giordania), verrà soddisfatta esclusivamente da impianti solari ed eolici.
Obiettivo: cambiare volto all’economia saudita
Il progetto, parte del mega-piano ‘Vision 2030’, che ha come obiettivo quello di cambiare volto all’economia saudita, vuole creare un avanzato hub tecnologico che svilupperà nove settori economici innovativi: energia, mobilità, biotecnologia, filiera alimentare, produzione avanzata, scienze tecnologiche e digitali, media, divertimento e qualità della vita.
Mobilità elettrica e a guida autonoma
Per realizzare la megacity tecnologica, i cui lavori dovrebbero iniziare in meno di sette anni, sarà necessario sviluppare un nuovo sistema infrastrutturale orientato alla massima efficienza e sostenibilità. Anche perché la nuova città prevede che qualsiasi mezzo di trasporto sarà elettrico e a guida autonoma e qualsiasi servizio dovrà essere automatizzato.
I ‘concetti futuristici’ del progetto
Oltre a rispettare alcuni obiettivi previsti dal piano ‘Vision 2030’, Neom, stando ai piani del principe, dovrà sviluppare sei principi, definiti ‘Concetti Futuristici’. Che sono:
• Priorità alla qualità della vita degli abitanti. Neom offrirà ai suoi abitanti delle condizioni di vita confortevoli, orientate al lusso e tutto nell’ambito di un concetto di società idilliaca che promuove l’inclusione e incoraggia la crescita personale e comunitaria grazie a norme sociali di alto livello
• Trasporti sostenibili di nuova generazione. All’interno della megacity tecnologica verranno innanzitutto favoriti gli spostamenti a piedi o in bicicletta. Poi, verrà realizzata un’infrastruttura innovativa che supporterà le tecnologie più avanzate per il settore dei trasporti
• Servizi automatizzati/ E-Government. Tutti i servizi e tutte le pratiche burocratiche verranno gestiti attraverso sistemi automatizzati e facilmente accessibili a tutti
• Digitalizzazione. Neom sarà una vera e propria megacity tecnologica digitale, dove la connessione internet ad alta velocità sarà offerta in ogni angolo della città e gratuitamente e dove servizi di formazione ed istruzione saranno di libero accesso per qualsiasi abitante
• Sostenibilità. La città sarà alimentata esclusivamente da fonti rinnovabili e tutti gli edifici saranno ZEB, ovvero avranno un’impronta di carbonio nulla.
• Innovazione edilizia. Tutte le strutture che verranno realizzate fungeranno da laboratorio per testare tecniche e materiali costruttivi innovativi che potranno rappresentare il futuro dell’edilizia
Un’altra Masdar City?
Il progetto è stupefacente, dobbiamo ammetterlo. Ma sarà davvero possibile realizzarlo? I dubbi sono tanti e chiamano in causa aspetti diversi, dalla difficoltà di vincere la concorrenza delle zone franche nella vicina Dubai alla necessità di sostenere un investimento ingente, che potrebbe ulteriormente gonfiarsi con il procedere dei lavori, fino al banco di prova della risposta da parte di chi dovrà scegliere di vivere, lavorare e trasferire le proprie attività nella megacity tecnologica. Il rischio che Neon possa rimanere una scintillante cattedrale nel deserto c’è. Come d’altra parte è già successo a Masdar City, l’eco-città vicino Abu Dhabi che avrebbe dovuto rivoluzionare il concetto di megalopoli aveniristica e che ad oggi, dopo più di 10 anni di stop and go, è ancora un cantiere aperto, dal futuro incerto.
Di video sul progetto ve ne sono molti, fra cui quello promozionale disponibile sul sito dedicato a NEOM. Ve ne proponiamo uno.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo