Il make up bio fatto con gli scarti alimentari
COME MIGLIORARE L’USO DELLE RISORSE. Secondo l’Università di Milano, in Italia si producono ben 12 milioni di tonnellate di scarti da industria agroalimentare, per questo oggi la cosmesi guarda con sempre maggior interesse alla possibilità di un loro riutilizzo. Le molecole contenute nelle bucce d’uva, di mele, di pomodori, infatti, possono essere riutilizzate per produrre cosmetici biologici. EticHub per esempio è un’azienda che nasce dalla stretta collaborazione con l’Università di Pavia e si occupa proprio di testare i prodotti green per la cura del corpo. Negli anni l’azienda ha messo a punto un processo di lavorazione degli scarti agroalimentari che ha dato il via a una nuova linea di prodotti. Secondo EticHub: «il mondo della cosmetica ha dimostrato una forte propensione verso un migliore utilizzo delle risorse. Sono stati così avviati gli iter necessari ad acquisire brevetti ad hoc per l’estrazione di principi attivi idonei alla successiva produzione di prodotti cosmetici».
IL VERO BIOLOGICO. Quest’anno il premio nazionale dell’innovazione ha promosso non a caso Acadermic, un progetto che propone l’utilizzo di scarti agroalimentari in formulazioni cosmetiche, trasformandoli da rifiuti ad alto impatto ambientale a risorse rinnovabili. Per realizzare il progetto sono state messe insieme diverse competenze in ambito cosmetologico, biomedico e microbiologico, usando ingredienti bioattivi verdi, ottenuti dagli scarti agroalimentari. «La cosmesi ecocompatibile», spiega la dott.ssa Carla Villa, «non è una definizione assoluta, ma ha come scopo, oltre alla cura della cute, il rispetto dell’ambiente. Il termine ecocompatibile è sicuramente abusato in ogni ambito merceologico oggigiorno. Acadermic è riuscita a ottenere dagli scarti agroalimentari un estratto acquoso, in modo verde senza l’uso di solventi o acqua di rete. Queste acque sono ricche di principi idrosolubili d’interesse cosmetico, come attività antiossidante, antiradicalica e altre ancora, e sono risultate assolutamente atossiche».
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