Liquefazione del suolo, cos’è e perché avviene
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo relativo a un recente rapporto Onu, secondo il quale la metà dei paesi non sarebbe protetta dai rischio di catastrofi, non prevedendo nessun sistema di allerta dedicato. Avevamo quindi parlato di grandi pericoli come le tempeste, le siccità, le ondate di caldo, gli tsunami, i terremoti, ma anche di tutto quello che può avvenire dopo l’evento, ovvero dei focolai di malattie, della mancanza di energia elettrica e della liquefazione del suolo. Questo è un termine usato sempre più spesso, intorno al quale però ci sono solitamente molte domande: vediamo cos’è la liquefazione del suolo, perché accade e quando.
La liquefazione del terreno dopo il terremoto in Emilia Romagna
In Italia si è parlato in modo consistente del fenomeno della liquefazione del suolo immediatamente dopo i forti terremoti che, nel maggio del 2012, colpirono l’Emilia Romagna. Già da questo è possibile sottolineare un elemento: questo fenomeno ha luogo nella maggior parte dei casi subito dopo un sisma. Ecco che allora, dopo le scosse che fecero tremare l’Emilia per più volte, causando complessivamente 27 vittime, fu possibile incappare nella formazione di vulcanelli di sabbia e di strani fenomeni geologici, con i terreni che inaspettatamente, qui e lì, prendevano forma liquida. Alcune parti del terreno risultavano rigonfie, come se sotto di esse si fosse formata una bolla; altre mostravano crateri, altre ancora lunghe rotture dalle quali fuoriusciva acqua. La liquefazione del terreno contribuì a peggiorare i danni causati dal sisma, andando per esempio a creare crepe nei seminterrati, fratture sulle pareti delle abitazioni e via dicendo. Impossibile ovviamente individuare tutti i fenomeni di questo tipo causati da un sisma: nel caso dell’Emilia, le indagini successive isolarono circa 1.300 effetti geologici riconducibili al sisma, e il 90% di questi è risultato conseguente alla liquefazione del suolo. Ma in cosa consiste concretamente questo fenomeno, e perché si verifica?
Cos’è la liquefazione del suolo?
Il termine liquefazione indica il passaggio di una sostanza da uno stato precedente, tipicamente gassoso, a uno stato liquido. La liquefazione del suolo indica invece un fenomeno idrogeologico che ha luogo solitamente dopo dei terremoti di magnitudo pari o superiori a 5.5. Di fatto si parla di un sedimento sottoposto improvvisamente a una pressione violenta o a una vibrazione molto forte, in conseguenza della quale perde temporaneamente la sua resistenza. Ecco che allora quella parte di sedimento si comporta come un liquido denso, creando i problemi visti sopra, per via della sovrappressione alla quale è sottoposta l’acqua contenuta nel suolo. Questa va infatti a cercare una via di fuga verso la superficie, creando dei vulcani fangosi.
La liquefazione del suolo non può ovviamente avvenire su qualsiasi tipo di terreno. Si parla infatti di un fenomeno che colpisce in modo particolare i terreni sabbiosi o argillosi, soprattutto in zone caratterizzate da un’importante presenza di acqua. La liquefazione può riguardare uno strato sottile, di pochi centimetri, oppure uno strato molto più alto, fino a circa mezzo metro.
I rischi
In Emilia nel 2012, in Nuova Zelanda nel 2011, a Kobe nel 1995, : la liquefazione del suolo dopo un sisma è stata studiata a più riprese. Quel che è certo è che questo fenomeno può portare a rischi molto grandi. C’è ben poco di pericoloso in un piccolo cratere che sputa fango in aperta campagna, ma la situazione cambia quando la liquefazione del terreno ha luogo sul versante di una collina, causando una frana, oppure lì dove sono presenti degli edifici, causandone il cedimento o rendendoli inagibili.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo