Lemming: è vero che si suicidano?
I lemming sono piccoli roditori che vivono in alcune zone dell’emisfero artico e che, nonostante le loro dimensioni estremamente ridotte, riescono a sopravvivere a climi rigidissimi anche senza entrare in letargo.
Gli studiosi di biologia animale si sono posti da tempo questo quesito: i “lemming è vero che si suicidano?” in riferimento al fatto che periodicamente essi assumono comportamenti piuttosto simili a quelli di una morte programmata.
Tuttavia non sono disponibili certezze al riguardo.
Morfologicamente il loro aspetto ricorda molto quello arvicole, topi muschiati, gerbilli e criceti, anche se si distinguono per alcuni requisiti, come il mantello piuttosto lungo e spesso maculato e per la coda praticamente inesistente.
Per superare l’inverno, che alla latitudini dove vivono è durissimo, questi animaletti sono soliti scavare profonde buche nella neve, dove seppelliscono le razioni di cibo che sono riusciti a trovare, conservandole anche per mesi.
I lemming è vero che si suicidano?
I lemming sono stati da sempre considerati roditori poco intelligenti, proprio in relazione al fatto che, secondo molti osservatori, essi scelgono il suicidio di massa, seguendo il loro capobranco.
Trattandosi di animali sociali, che tendono a vivere in gruppo, la loro organizzazione prevede un capo a cui riferirsi per qualsiasi scelta esistenziale e territoriale.
In realtà i lemming non decidono volontariamente di togliersi la vita, ma piuttosto, durante le migrazioni stagionali, possono cedere da dirupi e scogliere, finendo annegati.
La fase migratoria, che è limitata a brevi periodi di tempo, solitamente si verifica su terreni pericolosi e pertanto può provocare decessi occasionali.
Il loro comportamento sociale si evidenzia prevalentemente durante l’accoppiamento e la migrazione, due eventi che spingono gli animali a riunirsi in gruppi compatti e numerosi per difendersi dai predatori.
Perché molti si chiedono: i lemming è vero che si suicidano?
La teoria secondo cui i lemming scelgono di suicidarsi in massa ha radici lontane: risale al XVII secolo la leggenda che gli animali venissero generati in cielo e successivamente cadessero sulla terra come gocce di pioggia.
Da allora molti naturalisti si sono dedicati allo studio comportamentale dei piccoli roditori, osservando che, in determinati periodi dell’anno, i loro decessi aumentavano notevolmente.
Un altro mito che li riguarda riporta l’ipotesi che, in seguito a crisi di rabbia, i lemming arrivassero a esplodere, soprattutto perché il loro carattere è particolarmente irascibile e iroso.
In realtà essi tendono ad azzuffarsi tra loro quasi sempre per motivi territoriali oppure durante l’accoppiamento.
È chiaro che, nell’immaginario collettivo, i lemming occupano un ruolo di estremo interesse scientifico, grazie anche al ritrovamento delle carcasse di un certo numero animali sui litorali Norvegesi (che rappresentano il loro habitat d’elezione).
Con ogni probabilità queste carcasse non sono altro che scheletri di roditori forse ammalati, che non hanno avuto le forze per affrontare la migrazione.
Fondamenti scientifici che rispondono alla domanda: i lemming è vero che si suicidano?
Scientificamente i biologi sono certi che i lemming non si suicidano, ma piuttosto seguono flussi migratori collegati ai periodici boom demografici.
Infatti, ogni tre o quattro anni, si verifica un incremento esponenziale delle nascite, che porta alla formazione di branchi molto numerosi: in simili situazioni i lemming sono costretti a migrare per cercare risorse alimentari sufficienti e una nuova casa.
Dato che sono buoni nuotatori, spesso i roditori affrontano corsi d’acqua (come fiumi e laghi), una condizione che inevitabilmente può causare alcuni decessi.
Il mito del suicidio di massa dei lemming èp stato creato soprattutto da un film di Walt Disney risalente al 1958, in cui, per motivi scenografici, gli operatori furono costretti a spingere alcune colonie animali giù da una scogliera.Da quella pellicola nacque quindi la leggenda secondo cui i lemming sarebbero personalmente responsabili della loro morte, che invece avviene unicamente per cause accidentali e non per loro volontà.
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