L’effetto serra aumenta la violenza dell’uomo
DAL CALDO, LA VIOLENZA. Più il pianeta si surriscalda, più gli uomini diventano violenti. Certo, a tutti è capitato di notare un certo aumento di nervosismo nei giorni più afosi dell’anno, quando non c’è un filo d’aria e il sudore ci incolla i vestiti al corpo. Ma qui parliamo di un’analisi scientifica: il National Bureau of Economic Resarch statunitense ha unito i risultati di 56 diversi studi scientifici, arrivando alla conclusione che il climate change sarebbe legato significativamente all’aumento di disordini, di crimini e perfino di guerre.
56 STUDI E DUE TIPI DI VIOLENZA. Un’analisi del Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) aveva già affermato che il calore, la scarsità di risorse fondamentali come acqua e cibo, le catastrofi naturali e l’effetto serra aumentano la predisposizione dell’uomo verso l’uso della violenza. Proseguendo questo studio, gli studiosi del National Bureau of Economic Resarch hanno individuato due macro-gruppi di violenza umana: quello della lotta tra individui (dalla violenza domestica alle aggressioni fra sconosciuti, fino agli stupri e agli omicidi) e quello degli scontri tra comunità (guerre civili, colpi di stato, guerre etniche). Mettendo insieme su base statistica i risultati dei 56 studi i ricercatori del NBER sono riusciti a dimostrare una correlazione significativa tra i cambiamenti climatici ed entrambe le forme di violenza.
CON UN GRADO IN PIÙ, CRESCONO DEL 20% I CONFLITTI. Come si poteva immaginare, è soprattutto l’aumento della temperatura a destare il lato violento dell’uomo. «Abbiamo scoperto che i mutamenti delle temperature e dei modelli di precipitazioni aumentano sistematicamente il rischio di conflitti» spiegano i ricercatori, «spesso in modo sostanziale, con effetti in media che sono statisticamente molto significativi». Ma un uguale aumento di temperatura in luoghi diversi determinerebbe reazioni molto differenti, poiché, secondo lo studio, alcune aree e comunità risulterebbero più sensibili ai cambiamenti climatici. L’autore principale dello studio, Marshall Burke, ha spiegato sulle pagine del Washington Post come «ogni grado di aumento di temperatura potrebbe portare ad un aumento del 20% dei conflitti civili in Africa, mentre negli Stati Uniti un tale dato dovrebbe contemplare un aumento di un punto percentuale nei conflitti interpersonali». Va però sottolineato che la relazione tra aumento della temperatura e violenza non è assolutamente deterministica: per sottolineare questo concetto Burke e i suoi colleghi ricorrono all’esempio «dell’aumento di incidenti tra automobili durante i giorni piovosi». La pioggia infatti innalza il rischio di incidenti, ma ogni singolo caso è comunque condizionato dalla situazione individuale e dal comportamento dei conducenti.
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