Il laghi dell’Artico si stanno prosciugando: ecco perché è una brutta notizia
Tra le terre estreme della Russia ,dell’Alaska, del Canada e della Groenlandia, tra le isole Svalbard e quelle dell’arcipelago della Terra di Francesco Giuseppe. L’Artide può essere visto sostanzialmente come un oceano circondato da terre di diverse continenti. Tra le caratteristiche fondamentali di questa immensa area vi è la presenza di parecchi specchi d’acqua interni: difficile contare i laghi dell’Artico, piccoli o grandi. Il problema è che, stando a quanto riportato da studi recenti, questi specchi d’acqua localizzati oltre il Circolo Polare Artico stanno via via diventando più piccoli. E questo è un fenomeno del tutto contrario a quello che ci si potrebbe aspettare in questa fase dei cambiamenti climatici, un processo che dimostra come la situazione sia più grave di quanto si pensasse.
Perché i laghi dell’Artico si stanno riducendo?
Stando ai modelli climatici elaborati negli ultimi anni dalla comunità scientifica internazionale, il riscaldamento globale avrebbe dovuto portare a un concreto aumento delle risorse idriche disponibili nell’Artide. Si dovrebbe parlare quindi di un aumento della superficie dei laghi dell’Artico, nonché di un incremento della portata dei fiumi che solcano queste terre settentrionali. Solo più tardi, a uno stadio ancora più avanzato del riscaldamento globale, si sarebbe dovuto individuare un cambiamento di rotta. Per via dello scioglimento del permafrost, e dunque per la scomparsa del terreno ghiacciato tipico di questi luoghi, l’acqua presente in superficie sarebbe stata sempre più assorbita, riducendo così la superficie dei laghi artici. Stando agli ultimi studi, questo processo è già in corso, rivelando un rapido peggioramento della situazione climatica dell’Artide.
Lo studio pubblicato su Nature Climate Change
A sottolineare il concreto ridursi dei laghi dell’Artico è stato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change. L’indagine è stata effettuata a partire dall’analisi delle immagini satellitari dell’area, le quali mostrano un progressivo ridursi di diversi specchi d’acqua. E questo sconfessa gli scenari fino a oggi ritenuti più probabili per l’evoluzione dell’ecosistema artico nei prossimi anni: la riduzione dei laghi, si pensava, non sarebbe iniziata prima del 2050. A quanto pare invece il permafrost ha già iniziato a perdere la presa, permettendo un veloce assorbimento dell’acqua. Come ha spiegato Elizabeth Webb, la prima firmataria della ricerca, «lo studio suggerisce che il disgelo del terreno si sta verificando più rapidamente di quanto la comunità scientifica avesse previsto. Questo indica che la regiona è verosimilmente avviata verso un drenaggio su scala paesaggistica negli anni a venire». Il cambiamento non sarà certo lieve, pensando al fatto che i laghi dell’Artico occupano una fetta compresa tra il 20 e il 40% delle pianure dell’Artide. Nessun altro bioma terrestre vanta una frazione d’acqua così alta. Questi laghi sono fondamentali per la fauna selvatica artica, per non parlare delle comunità che vivono in queste remote e selvagge aree. Non vanno poi dimenticati i benefici della presenza dei laghi per quanto riguarda il bilancio energetico della regione artica, nonché per il ciclo del carbonio.
Il cambiamento climatico nell’Artico
Abbiamo raccontato più volte come l’Artico sia da sempre un sorvegliato speciale da parte della comunità scientifica, per il semplice fatto che lì i cambiamenti climatici sono in generale molto più rapidi. Ecco allora che studiare quello che succede nella regione artica è prezioso per avere delle stime su quello che accadrà a breve nel resto della Terra. Ma non solo: bisogna ricordare sempre che i cambiamenti climatici delle regioni settentrionali hanno delle conseguenze potenzialmente devastanti per il resto della Terra. Si pensi per esempio allo scioglimento dei ghiacci, con il conseguente aumento del livello dei mari e con un ulteriore aumento delle temperature globali.
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