Italian GigaFactory: a Milano si punta sull’idrogeno
Molto prima della diffusione su scala commerciale delle auto elettriche, ben prima degli Accordi di Parigi, prima del Green Deal: già nel 2003 la Commissione Europea, allora guidata da Romano Prodi, spinse per stimolare l’utilizzo dell’idrogeno come fonte energetica sostenibile e sostitutiva dei combustibili fossili. Se per qualche tempo c’è potuta essere una sfida tra idrogeno ed elettricità per rivoluzionare il mondo dei trasporti, ora sappiamo molto bene quantol’elettricità abbia lasciato parecchio indietro questo promettente combustibile. Il quale, in effetti, si è rivelato poco efficace nell’automotive: semplificando al massimo, un’auto a idrogeno è di 2,5 volte meno efficiente rispetto a una collega a batteria, risultando peraltro più costosa. Ma questo non vuol certo dire che l’idrogeno non abbia o non possa avere un ruolo della transizione energetica necessaria per combattere i cambiamenti climatici. Al contrario, è ormai chiaro che questo combustibile potenzialmente sostenibile possa essere prezioso per ripulire i settori industriali indicati come “hard-to-debate”, ovvero per quelle industrie che non riescono a sostituire i combustibili fossili con l’elettricità. Qui troviamo i settori più energivori, dal trasporto navale e aereo fino all’industria della siderurgia e del cemento. E in Italia si è deciso di fare un importante passo avanti nella filiera dell’idrogeno: è infatti stata annunciata la costruzione della Italian GigaFactory, ovvero del più grande polo produttivo di idrogeno verde del Paese.
Come sarà l’Italian GigaFactory
L’Italian GigaFactory prenderà posto a Cernusco sul Naviglio, alle porte di Milano. La posizione non è di quelle casuali, ed è stata scelta proprio per rispettare la missione di sostenibilità che sostiene l’intero progetto. Per prima cosa, l’edificio di 25mila metri quadrati troverà posto su un’ex area industriale in disuso, senza quindi cementificare nuovo suolo; e sarà negli immediati pressi di una pista ciclabile, nonché a 200 metri dalla metropolitana, per permettere una mobilità sostenibile.
Lo stabilimento, progettato da Memo Colucci, ospiterà tre grandi aree produttive. In una si produrranno gli elettrolizatori, in una i componenti chiave dell’elettroisi e nell’altra ci si dedicherà al trattamento specifico per le acque. Si stima che, una volta in funzione – entro il 2030 – l’Italian GigaFactorys vanterà una capacità produttiva di 2 gigawatt equivalenti. Dietro allo stabilimento ci sono due socità, De Nora e Snam, che stanno lavorando al progetto già dal 2022 con l’unione battezzata “De Nora Italy hydrogen technologies”. Il costo dello stabilimento sarà di circa 100 milioni di euro, dei quali 32 finanziati dal Pnrr (in realtà, con i fondi PPcei Idrogeno, si potrebbe arrivare a un finanziamento quasi doppio).
L’idrogeno oggi
Una volta completata, l’Italian GigaFactory costituirà un tassello fondamentale della filiera dell’idrogeno verde in Italia e anche in Europa, nella consapevolezza che il programma RePowerEU prevede, entro la fine del decennio, la produzione di10 milioni di tonnellate all’anno. Sappiamo che ad oggi nel mondo si producono annualmente 95 milioni di tonnellate d’idrogeno, ma la stragrande maggior parte di questo combustibile è in realtà formata per ora è idrogeno grigio (prodotto da metano) o nero (prodotto dal carbone). Si capisce quindi che per ora l’idrogeno è, in media, tutt’altro che sostenibile: solo portando la filiera verso l’idrogeno verde, e quindi da fonti rinnovabili, si potrà effettivamente inserire questo combustibile tra le tecnologie abilitanti al transizione energetica.
(Immagine: De Nora)
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