FAO: insicurezza alimentare nel mondo in aumento
«Entro il 2030, porre fine alla fame e garantire a tutte le persone, in particolare ai poveri e le persone più vulnerabili, tra cui neonati, un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno». Questo è il primo punto dell’obiettivo 2 dell’Agenda 2030, che mira a eliminare l’insicurezza alimentare a livello globale. Come è noto questa è una sfida tutt’altro che facile: il cambiamento climatico, le guerre e la crescita demografica non sono certo fattori che possono aiutare questo processo, anzi. La via da intraprendere, come si ripete da anni, è quella che prevede un profondo cambiamento del sistema mondiale agricolo e alimentare. Anche perché la situazione sta peggiorando di anno in anno: come risulta dall’ultimo Global Report on Food Crises (GRFC) della FAO, pubblicato pochi giorni fa, l’insicurezza alimentare nel mondo è aumentata per il quarto anno di fila.
I numeri dell’insicurezza alimentare nel mondo
Come quantificare e rappresentare l’insicurezza alimentare nel mondo in poche parole? Nel 2022 più di un quarto di miliardo di persone ha affrontato la fame acuta. Guardando ai singoli paesi, si scopre che l’insicurezza alimentare acuta è stata affrontata da 258 milioni di persone in 58 paesi o territori differenti. Nel 2021 si parlava di 53 paesi e di “solamente” 193 milioni di persone. Questo rapporto è giunto quest’anno alla sua settima edizione, e il dato finale non era mai stato così drammatico, con un aumento del 22,7% dell’insicurezza alimentare acuta. Va detto che con questo termine si indica una fame talmente grave da costituire una minacciare reale, concreta e immediata per la vita delle persone coinvolte. Il rapporto ci dice che nel 2022 il 40% della popolazione che si trova nella fase acuta risiedeva in 5 Paesi, ovvero in Afghanistan, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Yemen. Si contano invece 7 Paesi in cui la fame e l’indigenza hanno raggiunto livelli catastrofici almeno in un momento dell’anno: si parla in primo luogo della Somalia, e quindi Afghanistan, Nigeria, Yemen, Sud Sudan, Burkina Faso e Haiti (paese quest’ultimo che non era mai stato inserito in questa lista da parte della FAO).
Va inoltre sottolineato il fatto che in 30 dei 42 contesti di crisi alimentari in cui è stato effettuato un approfondimento, si sono stimati 35 milioni di bambini con meno di 5 anni in situazioni di deperimento o di malnutrizione acuta, con 9,2 milioni di bambini a fronteggiare la forma più grave, ovvero il deperimento grave.
I commenti di António Guterres e di Maurizio Martina
Quali sono le principali cause dell’insicurezza alimentare a livello mondiale? Si parla in primo luogo dei conflitti e degli eventi meteorologici estremi. Ma in questi anni a peggiorare la situazione ci sono state anche le ricadute economiche dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, nonché agli effetti deleteri della guerra in Ucraina. Come ha spiegato il vicedirettore generale FAO Maurizio Martina in una lettera al Corriere della Sera, infatti, «la guerra in Ucraina ha interrotto la produzione agricola e il commercio nella regione del Mar Nero, innescando un picco senza precedenti dei prezzi alimentari internazionali nella prima metà del 2022».
Non poteva che essere duro il commento di António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite: «questa settima edizione del Global Report sulle crisi alimentari è un fermo atto d’accusa contro l’incapacità dell’umanità di fare progressi verso l’obiettivo di sviluppo sostenibile 2 per porre fine alla fame e raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione per tutti».
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