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Animali

Insetti volanti, il 60% in meno in in 17 anni

Non è facile monitorare in modo esauriente il mondo animale, individuando i mutamenti figli dell’attività umana e dei conseguenti cambiamenti climatici. E lo è ancora di meno quando si parla di insetti: come determinare le mutate condizioni in cui si trovano a vivere questi piccolissimi animali, e come capire se il numero di insetti effettivamente presenti sulla Terra è stabile? Ci ha provato uno studio condotto in Gran Bretagna: il risultato di questa indagine suggerisce un terrificante crollo nel numero di insetti volanti. Stando ai dati raccolti, infatti, tra il 2004 e il 2021 ci sarebbe stato un crollo pari al 60%: vediamo come è stato realizzato questo test.

Lo studio sugli insetti volanti in Gran Bretagna

Per capire il mutare del numero di insetti volanti presenti in Gran Bretagna, Buglife e Kent Wildlife Trust hanno creato un app, denominata Bugs Matter. Attraverso questa applicazione i partecipanti hanno potuto registrare i loro spostamenti in auto. Questo primo dato è stato poi confrontato con le informazioni raccolte dai “registration plates”, ovvero da superfici applicate sulle targhe anteriori delle automobili. In questo modo è stato possibile registrare per ogni spostamento lo “splate rate” ovvero il numero di insetti investiti dalla targa dell’automobile.

I dati sono stati raccolti in due diversi anni, prima nel 2004 e poi nel 2021. Confrontando i risultati delle due annate si è scoperto una riduzione di insetti volanti pari al 65% in Inghilterra, al 55% in Galles e al 28% in Scozia. Indubbiamente 2 sole indagini sono poche per poter analizzare in modo certo il fenomeno, e saranno necessarie altre rilevazioni in futuro. Ma, come spiegato dagli studiosi, i dati raccolti confermano quanto già affermato da uno studio danese condotto ogni anno dal 1997 al 2007(in quel caso era stato calcolato un declino dell’80% degli insetti volanti).

Nel calcolo sono stati tenuti in considerazione diversi fattori che avrebbero potuto influenzare il risultato, come i giorni di pioggia o la maggiore aerodinamicità dei veicoli attuali. Nel 2004, solamente l’8% dei viaggi si era concluso senza nessun investimento di insetti, mentre nel 2021 (con quasi 5.000 partecipanti) questo fenomeno è stato rilevato nel 40% degli spostamenti. Difficile spiegare la grande differenza tra Inghilterra e Galles da una parte, e Scozia dall’altra: quel che è certo è che cambiamenti climatici, uso di pesticidi, inquinamento luminoso e frammentazione dell’habitat sono tutti elementi meno rilevanti in Scozia.

Le conseguenze

Come ha spiegato Matt Sharlow di Buglife sulle pagine del Guardian, «questo studio suggerisce che il numero di insetti volanti sta diminuendo in media del 34% ogni decennio» aggiungendo che è essenziale «fermare subito il declino della biodiversità». Come sottolineato da Paul Hadaway di KWT, «questo studio dovrebbe sconvolgere e preoccupare tutti noi. Stiamo assistendo a un calo degli insetti che riflette le enormi minacce alla fauna selvatica di tutto il paese. Abbiamo la necessità di un’azione in favore della fauna selvatica, creando aree sempre più grandi per il loro habitat, realizzando corridoi attraverso cui facilitare il passaggio». Una cosa è certa: gli insetti sono fondamentali per la salute dell’ambiente, contribuendo al riciclaggio delle materie organiche, all’impollinazione e al controllo dei parassiti. Un importante calo del numero di insetti potrebbe portare – come già dimostrato da altri studi scientifici – a un collasso del sistema naturale.

Per fermare questo processo è ovviamente vitale rallentare i cambiamenti climatici, a partire da una forte riduzione dell’inquinamento. Ma non è tutto qui: come suggerito da Buglife sarebbero preziosi anche altri accorgimenti, come l’eliminazione dei pesticidi, la semina di fiori selvatici dei giardini, nonché l’accortezza di lasciar crescere maggiormente l’erba, anche nei parchi cittadini.