È giusto incentivare gli acquisti di auto elettriche?
In Italia, come in tanti altri paesi, sono presenti da anni degli importanti strumenti volti a incentivare gli acquisti di auto elettriche. Nel 2024 per esempio l’ecobonus per le auto full electric arriva fino a 13.750 euro per gli acquirenti con un reddito familiare inferiore ai 30 mila euro che rottamano una macchina vecchia e inquinante, di classe compresa tra Euro 0 e Euro 2. Ma va detto che gli incentivi per comprare delle automobili elettriche sono importanti anche per chi ha redditi più alti: si arriva in questi casi fino 11 mila euro. Nonostante questo, in Italia le vendite di auto a batteria non sono ancora particolarmente alte: certo, nei primi dei mesi dell’anno le immatricolazioni di full electric sono state 34.709, con un aumento del 6,20% rispetto al medesimo periodo del 2023; si parla però pur sempre di una quota di mercato che si ferma all’8,27%. Da un certo punto di vista, quindi, è lecito domandarsi se incentivare gli acquisti di auto elettriche con degli appositi bonus sia la strada giusta per elettrificare la mobilità; dall’altra c’è però anche chi – guardando ai paesi che ce la stanno facendo – si domanda se effettivamente incentivare gli acquisti di auto elettriche, e quindi di veicoli per l’utilizzo individuale, sia la via più sensata da seguire.
È giusto incentivare gli acquisti di auto elettriche?
È noto che, dati alla mano, le auto elettriche sono meno inquinanti rispetto al quelle alimentate da diesel e da benzina: pur tenendo conto dell’importante impatto ambientale attuale da scontare per sviluppare le grandi batterie, considerando l’intero ciclo di vita di questi veicoli, e inserendo nei calcoli una buona parte di ricariche da energie rinnovabili, le auto full electric sono senza dubbio più sostenibili. Ma non sono, e non saranno mai, sostenibili quanto possono essere i mezzi per il trasporto pubblico di ultima generazione, dai bus a idrogeno ai treni elettrici. Da questo punto di vista sarebbe quindi certamente bene dividere con grande attenzione i fondi per incentivare gli acquisti di auto elettriche e quelli da destinare invece al miglioramento della mobilità pubblica: tutt’altro che le facile però trovare le proporzioni perfette.
Il record norvegese alimenta i dubbi
Come è noto, quando si parla di risultati positivi nel campo dell’elettrificazione della mobilità non si può che guardare alla Norvegia. Nel paese scandinavo ognuno degli ultimi anni ha fatto registrare nuovi record a livello di vendita di auto elettriche, tanto che ormai – stando ai dati della Norwegian Road Federation – tra i fiordi circolano ormai più auto elettriche che auto a benzina. Sul totale delle 2,8 milioni di auto circolanti in Norvegia, 754.303 sono full electric, mentre sono ‘solamente’ 753.905 le vetture a benzina. Certo, le auto diesel sono oltre ancora oltre un milione, ma le loro vendite stanno calando velocemente: l’obiettivo, che sembra a portata di mano, è quello di arrivare ad azzerare le vendite di auto a benzina e a diesel entro il 2025. E tutto questo non con divieti, ma grazie alla combinazione di fondi per incentivare gli acquisti di auto elettriche e di un’infrastruttura assolutamente pronta per servire una mobilità a batteria. Il paradosso norvegese è noto: i bonus per le auto elettriche sono finanziati con gli enormi ricavi provenienti dai giacimenti di petrolio. La sicurezza economica della Norvegia poggia proprio sui combustibili fossili, ma è grazie a questo elemento che acquistando un’auto elettrica a Oslo non si paga l’Iva, né si pagano le tasse sulle emissioni; e ancora, si hanno esenzioni totali o forti sconti sui pedaggi e sui parcheggi, nonché l’accesso a delle corsie normalmente riservate ai soli bus. Infine, per l’appunto, c’è il discorso dell’infrastruttura stradale, che con la sua vasta rete di stazioni di ricarica – molte delle quali gratuite – rende l’ipotesi full electric decisamente percorribile.
Incentivare (anche) il trasporto pubblico
Sì, in Norvegia incentivare gli acquisti di auto elettriche è stato efficace, oltre che più facile, grazie ai soldi del petrolio. Ma questa strada potrebbe non essere efficace e sufficiente ovunque; e potrebbe risultare anche perfettibile. Nella stessa Norvegia, infatti, città come Stavanger – peraltro nota come la capitale europea del petrolio – hanno già deciso di rendere del tutto gratuiti i trasporti pubblici per i residenti. Formula che, come è noto, è stata adottata anche altrove, seppur con risultati alterni.
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