In America il fotovoltaico è anche per i poveri
IL FOTOVOLTAICO PER GLI EDIFICI POPOLARI. Molti paesi europei, compresa l’Italia, sembrano ormai decisi a fare un passo indietro per quanto riguarda l’energia fotovoltaica, considerata troppo costosa e poco remunerativa. Di tutt’altra opinione pare invece essere il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che anzi programma nuovi piani di sviluppo. Uno in particolare, a Baltimora, si propone di “portare il Sole” sui tetti dell’edilizia pubblica sovvenzionata. Il progetto prevede di istallare, da qui al 2020, ben 300 MW di energia fotovoltaica su tetti e coperture degli edifici di social housing. Si tratta di un’edilizia sociale il cui obiettivo è di fornire alloggi con buoni standard di qualità, a canone calmierato, con l’ulteriore scopo di far nascere comunità e sviluppare l’integrazione, come ad esempio utilizzando spazi e servizi comuni tra gli abitanti.
PROGETTI PER IL FUTURO. La decisione di usare il fotovoltaico anche in contesti sociali più poveri si spiega anche col fatto che l’America vive un vero e proprio boom di solar roof. Infatti in questo paese l’elettricità generata dagli impianti fotovoltaici è già oggi più conveniente di quella della rete per 21 milioni di cittadini americani. «Pensiamo che sia importante che tutti abbiano accesso all’energia solare», spiega Brian Deese, alto consigliere della Casa Bianca. L’obiettivo che si è posto Obama è quello dei 300 MW, pari a 50mila impianti su altrettante abitazioni, per questo ha annunciato che nei prossimi anni le autorità dell’edilizia sociale e le aziende che si occupano di fotovoltaico in 20 Stati lavoreranno in stretto contatto. Nonostante l’impegno del governo ancora quasi la metà di tutte le famiglie americane sono tagliate fuori dalle istallazioni green per varie cause, tra cui quella della grandezza delle case, alcune ritenute troppo piccole per alloggiare un impianto fotovoltaico.
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