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Inquinamento

Il futuro del packaging tra nuovi materiali ed ecosostenibilità

Adottare una strategia sostenibile all’interno della propria attività significa anche prestare attenzione a come i prodotti vengono imballati. Nell’ultimo periodo si parla molto spesso di “green packaging” un termine che ambisce a definire le caratteristiche di un packaging ecosostenibile: funzionale, a basso impatto ambientale e riciclabile. La plastica, largamente usata in ogni settore, sta lentamente venendo sostituita da materiali ecologici, come la carta e il cartone. Scopriamo quindi che tipo di impatto potrebbe avere l’adozione di packaging “circolari”.

Addio alla plastica

I dati Eurispes parlano chiaro, negli ultimi cinquant’anni abbiamo aumentato la produzione della plastica di 20 volte. Si tratta di un materiale molto versatile, leggero, economico ma al tempo stesso resistente, inutile quindi chiedersi come mai nel tempo sia diventato il materiale più utilizzato per la fabbricazione dei packaging.

Il lato negativo, che per troppo tempo abbiamo ignorato, riguarda la difficoltà di smaltimento e riciclo della plastica, la quale spesso finisce per inquinare i nostri mari. Basti considerare che ogni anno finiscono nel Mediterrano 570 mila tonnellate di plastica, che corrispondono a 33 mila bottigliette al minuto. Inoltre, secondo la Commissione Europea, entro il 2050 il peso delle plastiche nei mari supererà quello dei pesci.

L’emergenza ambientale che stiamo vivendo è sicuramente la più grande a cui abbiamo mai assistito e provoca danni irreparabili ai fondali marini, alle acque e alla sopravvivenza di moltissimi specie marine, oltre che alla nostra salute. Diverse associazioni ambientaliste stanno lottando affinché vi sia una maggiore sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento e del degrado ambientale che, secondo una recente ricerca, preoccupano più delle difficoltà economiche. Anche l’85% degli italiani afferma che in fase d’acquisto al supermercato preferisce prodotti e marche attenti all’impatto ambientale, anche se questo significa spendere di più. Il 75% ritiene che sia comprensibile pagare di più per un prodotto in quanto è più sostenibile rispetto alla concorrenza. Inoltre il 62% dei consumatori crede che siano proprio le aziende produttrici le principali responsabili del sovrautilizzo della plastica, la quale viene adoperata negli imballaggi di ogni comparto. Impossibile dar loro torto, considerando che ogni anno 2,1 milioni di tonnellate di plastica sono impiegate per gli imballaggi e il 76% rientra nel settore food & beverage.

Packaging sempre più sostenibili

Una grossa spinta è arrivata sicuramente dalle aziende alimentari, che come abbiamo visto sono tra le più coinvolte quando si tratta di utilizzo spropositato della plastica. Queste hanno quindi cercato delle soluzioni più ecologiche per i packaging, riducendo l’utilizzo della plastica a favore di altri materiali, come l’alluminio e il cartone. Inoltre, team di ricercatori e start up stanno lavorando alla creazione di nuovi materiali che fungano da alternativa sostenibile e che mantengano le stesse performance della plastica.

È bene non dimenticare che il packaging non è un semplice involucro che contiene e protegge il prodotto, si tratta di un elemento riconoscibile in grado di attrarre il consumatore e comunicare i valori del brand. Ecco perché alla sostenibilità vanno comunque aggiunte altre caratteristiche. Il packaging del futuro è anche originale, innovativo, pratico e immediato. Deve saper trasmettere le informazioni essenziali a colpo d’occhio, come le classiche diciture (istruzioni d’uso e consumo, conservazione), le “etichette ambientali” contenenti le informazioni per lo smaltimento, e naturalmente anche i valori del marchio.

Infine, il pack perfetto rientra nei principi dell’economia circolare, ovvero un’economia in grado di rigenerarsi da sola e che si contrappone alle dinamiche di consumo tradizionali.

Gli esempi dai marchi

Un esempio di impegno in tema di packaging è sicuramente Procter&Gamble, che nel 2019 ha unito le forze con più di 40 aziende che utilizzano plastica nei loro imballaggi e con le imprese di riciclo dei rifiuti in plastica, così da formare The Alliance to End Plastic Waste. L’impegno per la creazione di packaging sostenibili, poi, fa parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile che l’azienda si è posta di raggiungere entro il 2030. Tra questi spicca l’ottenimento del 100% degli imballaggi riciclabili o riutilizzabili e la riduzione del 50% della plastica vergine derivata dal petrolio.

Tra le iniziative per il packaging sostenibile proposte dal colosso americano troviamo diversi marchi, tra cui Dash che utilizza materiale riciclato post-consumo (PCR) nei propri imballaggi: già oggi le bottiglie di Dash Liquido infatti contengono fino al 50% di plastica riciclata e le confezioni di Dash Polvere sono fatte di carta 100% riciclabile con 80% di fibre riciclate. Tutte le confezioni di Dash (sia liquido, che polvere, che pods) sono riciclabili. Le Dash pods, inoltre, sono disponibili anche in un formato “bag” che riduce la plastica utilizzata per l’imballaggio. Anche Lenor si impegna per la sostenibilità dei propri packaging, infatti utilizza materiale riciclato post-consumo (PCR) nei propri imballaggi. Già oggi le bottiglie trasparenti di Lenor contengono il 100% di plastica riciclata e le bottiglie colorate contengono il 50% di plastica riciclata.

Si tratta quindi di esempi virtuosi da prendere come modello di riferimento per un futuro sempre più green, a partire proprio dal packaging.