Il faggio: una pianta fondamentale in erboristeria
Caratteristiche del faggio
Appartiene alla famiglia delle fagacee ed è contraddistinto da diversi nomi popolari che definiscono comunque lo stesso albero; il faggio viene indicato come comune, europeo o occidentale e consiste in una pianta particolarmente grande e longeva in grado di raggiungere altezze che superano i 40 metri. L’albero si presenta con un fusto eretto dotato di una corteccia sottile, liscia e dal colore grigio, mentre le numerose striature orizzontali sono interrotte dalla presenza di licheni.
Le foglie del faggio sono lucide e presentano un margine ondulato, la loro forma è ovale e termina con un breve picciolo, mentre i fiori si differenziano fra maschili e femminili; i primi si mostrano riuniti in gruppi tondeggianti, mentre i secondi sono accoppiati all’interno di un involucro a cupola, dove non si può fare a meno di notare il loro ovario triloculare. I frutti sono chiamati faggiole e consistono in acheni edibili (previa eliminazione del pericarpo, tossico) contenuti a loro volta all’interno di ricci dove ostentano un colore rossiccio.
Come utilizzare il faggio
Il faggio è una pianta ben conosciuta in falegnameria dove viene utilizzata principalmente per produrre complementi d’arredo, di cui le sedie e i tavoli sono il miglior esempio. Tuttavia l’albero è noto anche in ambito erboristico, in quanto le sue gemme contengono una sostanza che ha proprietà drenanti; nello specifico, il faggio permette di fabbricare creme da usare nei trattamenti anticellulitici, nonchè cosmetici in grado di tonificare le gambe e rassodare i glutei.
Particolarmente nota è la capacità di alcuni prodotti derivati dalla lavorazione delle faggiole di contrastare i radicali liberi e contribuire efficacemente nel rallentare l’invecchiamento cutaneo. Inoltre, alcune sostanze medicali sfruttano le proprietà curative del faggio favorendo la diuresi e migliorando il funzionamento dei reni. Le controindicazioni!? Praticamente nessuna se non la consueta ipersensibilità accertata che alcuni soggetti potrebbero avere nei confronti della pianta.
Il faggio in erboristeria: principali componenti
La pianta del faggio deve le sue proprietà curative e benefiche ai seguenti componenti:
- flavonoidi e fenoli (sotto forma di creosoto, una sorta di distillato, in questo caso di legna);
- tannini;
- mucillagini;
- sali minerali, fra i quali potassio, ferro, fosfati e calcio.
Le sostanze sopraindicate possono essere impiegate attraverso la sintesi di soluzioni idrogliceroalcoliche da diluirsi in acqua; generalmente la posologia raccomanda una regolare assunzione di tali prodotti per un massimo di due volte al giorno.
La vendita dei composti erboristici a base di faggio è libera e non necessita di ricetta medica; si tratta di integratori naturali che nella maggior parte dei casi sono il risultato di processi completamente artigianali.
Curiosità sul faggio
Il faggio è una pianta “dominante”, una definizione che ben si adatta alla sua caratteristica di costituire facilmente le cosiddette “faggete“, cioè distese di faggi posti quasi in ordine, dove gli altri alberi hanno una palese difficoltà a crescere; il fatto è dovuto alle sue caratteristiche radici, capaci di prendersi molto spazio in larghezza piuttosto che in profondità. Lo spettacolo delle faggete durante l’autunno può essere visto un pò ovunque sul territorio italiano; i boschi più famosi sono il Monte Cimino e il Parco delle foreste Casentinesi.
La costituzione del legno di faggio non permette di produrre serramenti e ne sconsiglia la costruzione di mobili, a causa della sua pressochè nulla resistenza all’acqua e alle muffe e alla sua facilità nel subire l’attacco dei tarli. Tuttavia il faggio è apprezzabile nella produzione di strumenti musicali e si presta molto bene all’intaglio, in quanto è un legno duro, privo di elasticità, ma allo stesso tempo facile da lavorare anche utilizzando i più antichi strumenti manuali.
Il faggio trova impiego anche nei salumifici; il fatto è dovuto alle sue proprietà particolarmente apprezzate dagli imprenditori del settore che lo bruciano con lo scopo di affumicare i salami e i prosciutti, così come la carne.
La pianta resiste al gelo intenso e tollera in ogni caso le temperature più elevate tipiche della stagione estiva.
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