Un bracconiere con una zanna sulla spalla (foto: http://www.adnkronos.com/)
Inquinamento

Ecco i gruppi armati che si finanziano con i crimini ambientali

GUERRA ALL’AMBIENTE PRIMA CHE ALL’UOMO. Dal Sud Africa alla Cina, dalla Russia alla Somalia, dal Vietnam all’Italia: i crimini contro la natura e l’ambiente alimentano in ogni angolo del pianeta nuove sofferenze, guerre e terrorismo. C’è infatti un legame perverso che unisce a doppio filo i gruppi armati più pericolosi del mondo al bracconaggio e alla deforestazione. A collegare tutti i crimini contro la natura ai vari guerriglieri è stato il WWF, con il dossier Natura Connection. Da Al Quaeda alla Lord Resistence Army, da Al Shabaab ai Separatisti del Bangladesh, fino all’Isis, tutti i gruppi più sanguinosi sembrano finanziare le proprie attività attraverso un sistematico sfruttamento dell’ecosistema.

UN’ENORME ORGANIZZAZIONE CRIMINALE. Secondo l’Unep (United nations environment programe), tenendo conto di bracconaggio e deforestazione, ogni anno la natura viene saccheggiata criminalmente per un valore compreso tra i 70 e i 213 miliardi di dollari. L’intero sistema di commercio illegale di fauna e flora è in mano a organizzazioni criminali organizzate, in grado di aggirare le leggi e di indebolire le istituzioni, in modo da favorire i propri interessi. Più si razzia la natura, più si possono migliorare gli armamenti e arruolare nuovi militanti; in questo modo si crea un circolo vizioso, in cui – per esempio – i ranger messi a guardia dei parchi naturali vengono continuamente sopraffatti da forze sempre più soverchianti per potenza e numero.

AVORIO. Il WWF ha dunque deciso di svelare i traffici di ogni singolo gruppo armato. I separatisti del Bangladesh e la Lord Resistence Army della Repubblica Centro Africana, per esempio, si autofinanziano commerciando avorio. Le milizie somale come Al Shabaab non si accontentano invece del solo avorio, affiancando a questo commercio anche quello del carbone prodotto illegalmente. Con i fondi raccolti attraverso questo tipo di mercato nero Al Shabaab ha finanziato i propri atti terroristici, primo fra tutti l’attacco al centro commerciale di Westgate a Nairobi nel 2013. Restando in Africa, ci sono altri gruppi armati che si alimentano con l’avorio, come Boko Haram in Nigeria e il Gruppo di resistenza nazionale in Mozambico.

DEFORESTAZIONE. Un altro modo di sfruttare la natura è quello di vendere il legname. Il WWF stima che almeno la metà delle attività legate alla lavorazione del legname in regioni come la Russia, l’Amazzonia, il Sud-est asiatico e il bacino del Congo sia promossa con metodi illegali. E anche qui entrano in gioco i gruppi armati: nell’America Centrale i narcotrafficanti stanno deforestando interi corridoi biologici, e persino Al Quaeda finanzia in parte le proprie attività con lo sfruttamento forestale.

MINERALI PREZIOSI. Ci sono poi molti gruppi armati che si finanziano attraverso lo sfruttamento illegale di idrocarburi o minerali preziosi. I Talebani, per esempio, fanno soldi con l’estrazione e il commercio illegale dell’onice; l’Isis sfrutta a proprio piacimento i pozzi di petrolio via via conquistati e Al Qaeda, di nuovo, si arricchisce anche con il traffico illegale di diamanti.