Greenpeace: a Natale, regaliamoci una foresta
Un pezzetto di foresta in dono
Ogni anno, a causa delle nostre azioni, perdiamo più di 3 milioni di ettari di foreste. Dove prima c’era vita rigogliosa e selvaggia, ora c’è natura morente; dove prima c’era riparo per specie animali in via d’estinzione e per sparuti popoli indigeni, ora non c’è più nulla. Per tutelare i polmoni del nostro pianeta Greenpeace ha dato il via alla nuova campagna Natale per la foresta, volta a sensibilizzare e a raccogliere fondi per le azioni future. Ed è così che, grazie alla grande associazione ambientalista, sotto il nostro albero di Natale possiamo mettere, tra gli altri regali, anche un piccolo pezzo di foresta.
Industrie, allevamenti, incendi e commercio illegale
Una raccolta di donazioni natalizie, dunque, per salvare le foreste più minacciate del mondo, come quelle dell’Amazzonia o dell’Indonesia. Queste enormi macchie verdi stanno infatti sparendo sotto i nostri occhi, e soprattutto sotto i nostri colpi: i colpevoli sono le monoculture industriali (in primis l’olio di palma e l’industria della carta), gli allevamenti intensivi, gli incendi e il commercio illegale di legname. Questo Natale, quindi, per aiutare Greenpeace a proteggere le foreste mondiali, possiamo fare un regalo sottoforma di donazione, la quale può essere di qualsiasi importo, una tantum o mensile. Si può scegliere di salvare le tigri del Sumatra, donando fondi che serviranno ad alimentare l’azione contro le piantagioni di olio di palma in Indonesia; si possono inviare soldi per ridonare un habitat ai grandi primati africani, i quali vedono sempre più ridotte le loro foreste per la deforestazione illegale; si può contribuire alla lotta contro la mafia del legno, andando così a proteggere i diritti delle tribù indigene che vivono in mezzo alla foreste; infine, si può scegliere di destinare i propri soldi a Greenpeace affinché questa possa fare pressione sui grandi marchi, i quali devono immediatamente smettere di fare affari con chi contribuisce alla distruzione dell’Amazzonia.
Le conseguenze della deforestazione secondo Greenpeace
Non dobbiamo infatti mai dimenticare che noi abbiamo già raso al suolo l’80% delle foreste mondiali, portando il nostro pianeta sull’orlo di un drammatico burrone. Per fare un esempio increscioso, le foreste pluviali dell’Indonesia nell’ultimo quarto di secolo hanno perso 31 milioni di ettari, soprattutto a causa delle piantagioni industriali, le quali sono colpevoli di quasi il 40% della deforestazione a livello mondiale. Le implicazioni di questo scempio, come abbiamo sottolineato altre volte, sono moltissime: ne risente l’ambiente, ne risente l’aria che respiriamo, ne risentono gli animali. La deforestazione è la madre del rischio idrogeologico, delle variazioni climatiche regionali, della minore biodiversità e del surriscaldamento del pianeta. Insomma, i comportamenti criminali e insensati contro le foreste sono tra le cause principali del dramma ambientale e climatico che si sta prospettando nel nostro futuro. Per questo motivo, per Natale, regaliamoci una foresta.
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