Greenpeace dà il benvenuto ai ministri con un blitz di protesta
LA GENTE VUOLE LE RINNOVABILI. «People want renewables and energy efficiency»: le persone vogliono rinnovabili ed efficienza energetica, è questo il messaggio con cui gli attivisti di Greenpeace hanno accolto i ministri dell’Unione Europea e le loro delegazioni al Mico, il centro congressi di Milano. Un enorme cartellone giallo appeso davanti ai responsabili delle politiche energetiche e ambientali europee, per attirare l’attenzione sulla battaglia ambientalista in vista del Consiglio europeo del 23 ottobre.
ASCOLTARE I CITTADINI, NON LE LOBBY. Francesi, austriaci, tedeschi ed italiani: gli attivisti si sono dati appuntamento a Milano e, poco dopo essere riusciti ad entrare al Mico per la loro manifestazione pacifica, sono stati scortati dalla Digos in questura per essere identificati. «Abbiamo voluto dire chiaramente a tutti i ministri europei riuniti oggi che è tempo di dare ascolto ai cittadini, non alle lobby delle fonti fossili e alle grandi industrie energetiche che da anni inquinano questo pianeta e scaricano i costi delle loro attività sui cittadini», ha affermato il responsabile clima ed energia di Greenpeace Italia Luca Iacoboni, aggiungendo che «in Europa diversi sondaggi hanno dimostrato che oltre l’80% dei cittadini considera il cambiamento climatico un problema urgente, e vuole che si punti su rinnovabili ed efficienza energetica, abbandonando le fonti fossili, in primis carbone e petrolio».
IL CONSIGLIO EUROPEO DEL 23 OTTOBRE. Lo scopo di Greenpeace è triplice: gli attivisti richiedono il taglio del 55% delle emissioni di anidride carbonica, il 45% di produzione energetica da fonti rinnovabili e il 40% di incremento dell’efficienza energetica. Un messaggio forte, indirizzato direttamente a tutti i capi di Stato e di governo europei che il 23 ottobre saranno chiamati a prendere decisioni comunitarie in tema di clima ed energia. L’Italia, indossando le vesti di presidente di turno, giocherà un ruolo importante durante il vertice, e stanno proprio qui le paure della sezione italiana di Greenpeace: il governo italiano non starebbe infatti dando un buon esempio, con l’avvio delle trivellazioni in mare previste nel decreto Sblocca Italia.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo