GBC Italia lancia il primo protocollo al mondo dedicato agli interventi di restauro sostenibile
Il mondo delle costruzioni, negli ultimi anni, è andato arricchendosi di protocolli e di certificazioni per l’edilizia sostenibile. Parliamo per esempio del programma di certificazione volontario LEED, ovvero Leadership in Energy and Environmental Design; si tratta di un certificato applicabile a qualsiasi edificio, messo a punto dall’U.S. Green Building Council e utilizzato a livello internazionale. Oppure del BREEAM, ovvero del Building Research Establishment Environmental Assessment Method, messo a punto dal britannico Building Research Establishment. A livello internazionale, però, non esiste un protocollo condiviso per gli interventi di restauro sostenibile per gli edifici con valenza storica: qui le cose diventano infatti più complicate, in quanto migliorare prestazionalmente un edificio senza comprometterne le caratteristiche storiche, costruttive e tipologiche non è per nulla semplice, né scontato. A colmare questa lacuna si è mossa Green Building Council Italia, un’associazione senza scopo di lucro facente parte della rete mondiale di GBC nazionali (oltre 70) World GBC.
GBC Historic Building
Un sistema di certificazione dedicato al restauro sostenibile del patrimonio storico culturale: in estrema sintesi è questo che sta lanciando GBC Italia con il suo GBC Historic Building, il quale è già stato applicato più volte sul territorio nazionale. Ora Green Building Council Italia si sta muovendo per internazionalizzare il protocollo energetico-ambientale, per fare in modo che questo metodo possa essere usato anche altrove.
Il nuovo sistema di certificazione nasce per mettere in dialogo i già famosi e condivisi criteri di sostenibilità dello standard LEED con tutto il corpus di conoscenze relative al mondo del restauro, un patrimonio particolarmente forte nel nostro paese. Non stupisce quindi che il protocollo sia nato proprio qui, per consentire a chi lo desidera di certificare gli interventi edili di conservazione, riqualificazione, recupero e integrazione di edifici con valenza storica. Ma quali sono i concreti campi di applicazione del GBC Historic Building?
Interventi certificabili con GBC Historic Building
A quali tipologie di interventi fa riferimento il sistema di certificazione GBC Historic Building? Questo protocollo rientra nell’area tematica della Valenza Storica. Si parla quindi di interventi che vengono effettuati su edifici storici, riconosciuti come esempi di “testimonianza materiale avente valore di civiltà”. Nel concreto, l’edificio in questione deve essere stato costruito prima del 1945, origine che deve essere tale per il 50% degli elementi tecnici attualmente esistenti. Circoscritta la tipologia di edificio, concentriamoci sull’intervento. Si parla come detto di restauro, di riqualificazione, di recupero o di parziale integrazione, restando sempre nell’ambito delle ristrutturazioni importanti: i lavori devono quindi coinvolgere gli impianti di climatizzazione, l’organizzazione degli spazi interni e via dicendo.
L’internazionalizzazione del protocollo per gli interventi di restauro sostenibile
Il percorso di internazionalizzazione del protocollo ha avuto un inizio più che simbolico il 1° settembre, con l’edizione 2021 del Salone Internazionale del Restauro – ospitato dalla Fiera del Levante di Bari. In quell’occasione, durante il più importante evento internazionale dedicato all’Economia, Conservazione, Tecnologie e Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali, GBC Italia ha presentato la propria nuova “creatura”. Nell’introdurre il protocollo GBC Historic Building, il presidente di GBC Italia, Marco Mari, ha spiegato che «la filiera edilizia immobiliare è senza dubbio quella più complessa e al contempo quella che genera il maggiore impatto sul pianeta, sulle persone e sulla prosperità. Per tale ragione, facendo rete tra le migliori competenze del nostro Paese, che anche oggi sono qui rappresentate, abbiamo messo al centro del futuro dell’Europa e del mondo un nuovo approccio capace di rigenerare in chiave sostenibile anche gli asset immobiliari oggi fragili, ma portatori di cultura e tradizioni».
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