Galline domestiche per ridurre lo spreco di cibo
Per chi vive in aree rurali, possedere delle galline domestiche è assolutamente normale. La situazione tipica è quella della casa circondata dal verde, in cui all’aperto, oltre all’orto e qualche albero da frutto, prende posto per l’appunto anche il pollaio, in cui vengono allevate solitamente dalle 4 alle 10 galline domestiche. Le quali ovviamente possono assicurare un buon numero di uova fresche: una gallina ovaiola depone infatti in media 300 uova all’anno, con la produzione che cala quando è molto freddo o quando è molto caldo. Ma se in campagna è decisamente diffuso l’allevamento a livello famigliare e domestico delle galline, per l’autoconsumo, in luoghi più urbanizzati è una vera e propria eccezione. Eppure, quando e dove possibile, scegliere di allevare delle galline domestiche potrebbe garantire diversi e ricchi vantaggi: ecco quali.
I comuni che propongono l’adozione gratuita delle galline domestiche
Il concetto di fondo è semplice: le galline possono mangiare tantissimo di quel cibo che noi saremmo portati a “buttare”. Pensiamo agli avanzi, alle bucce delle frutta e via dicendo. Per questo motivo diversi comuni hanno deciso di proporre ai propri cittadini l’adozione gratuita o agevolata di galline domestiche, così da ridurre il ricorso all’utilizzo del “secchio dell’umido”. É per esempio questo il caso di un progetto proposto anni fa dall’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve: il suo “Adotta du’ galline” era stato scelto dalla Regione Toscana come esempio da portare all’Expo nelle “Buone pratiche degli enti toscani a Expo Milano”. Nel concreto, il progetto aveva portato gratuitamente 600 galline ovaiole nelle case di 300 famiglie del territorio, puntando a ridurre la produzione di rifiuti. E quello toscano è solo uno dei tanti progetti di questo tipo. In Belgio per esempio sono state avviate tante iniziative simili, con i comuni che di volta in volta hanno avviato la distribuzione gratuita o a prezzo agevolato di galline.
I vantaggi del pollaio a casa
Non è facile riuscire a calcolare quanto cibo altrimenti sprecato possono mangiare le galline. Nelle abitazioni rurali per esempio le galline vengono nutrite anche con degli scarti che arrivano direttamente dall’orto, laddove questo non potrebbe accadere in una normale abitazione, dove alle galline potrebbe arrivare tutt’al più lo scarto dal frigorifero o dalla tavola. Una cosa però è certa: chi ha delle galline dietro casa utilizza molto meno il secchio dell’umido. Questo vuol dire dare valore anche agli scarti alimentari, i quali come sappiamo, se non trattati correttamente, sono loro stessi delle fonti di emissioni metano. É c’è poi ovviamente la questione delle uova: una famiglia con delle famiglie ovaiole può tranquillamente scordarsi di acquistare delle uova al supermercato, arrivando anzi spesso a poter regalare qualche uovo in eccesso a parenti, amici e vicini. Il fatto di usare le uova delle “proprie galline” permette di non doversi affidare affatto agli allevamenti intensivi, nei quali non di rado questi animali vengono fatti vivere in condizioni drammatiche (si pensi per esempio agli allevamenti in gabbia). Va poi detto che il bello di allevare delle galline sta nel fatto di poterle lasciare libere nel giardino, facendole così diventare anche dei simpatici animali da compagnia, i quali però esigono molte meno cure e attenzioni rispetto per esempio a cani e gatti.
Non la soluzione definitiva
Di certo quella delle galline non può essere una soluzione definitiva o vantaggiosa per tutti. Nei contesti urbani, nella maggior parte dei casi, l’ipotesi è da escludersi a priori, non esistendo lo spazio sufficiente per allevare delle galline domestiche. Va poi detto che la presenza di galline nei pollai domestici non elimina la necessità di usare il bidone per i rifiuti organici: agli amici pennuti non vanno infatti dati scarti come carne cruda, salumi, uova crude, pomodori, prezzemolo, sedano, cavoli e in genere alimenti in fase di decomposizione.
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