Sono i funghi i migliori biopesticidi?
Cavalcando l’onda mediatica del momento potremmo azzardare un parallelismo che sicuramente si rivelerebbe – non tanto da un punto di vista scientifico, quanto sociale – azzeccato. Un parallelismo tra l’uso degli antibiotici e quello dei pesticidi e tra chi si dichiara contro (o pro) al loro utilizzo. La questione è ovviamente molto più complicata di come appare e se si volesse sul serio prendere il nostro spunto iniziale come una base di partenza scientifica il discorso si complicherebbe ancora di più. Molto di più. Certo è vero che al contrario di un vaccino, necessario per garantire la salute di un’intera popolazione, il pesticida è uno strumento più utile al produttore che al consumatore. Produttore che si trova spesso “costretto” a prendere una decisione davanti a tre strade: Non fare nulla e rischiare un attacco di parassiti che potrebbe compromettere il raccolto, utilizzare pesticidi chimici rischiando di compromettere la qualità del cibo e magari creare danni a terzi sul lungo periodo oppure immettere nella propria produzione l’uso di biopesticidi, la cui ricerca e sperimentazione non si ferma e di tanto in tanto torna a proporre nuove e alternative soluzioni.
Biopesticidi, un piccolo segmento destinato a crescere
I Biopesticidi rappresentano, al momento, un piccolo segmento di mercato, ma si stima che nei prossimi anni il loro uso sia destinato a crescere a un ritmo più veloce dei pesticidi sintetici tradizionali. Questa stima positiva è da attribuirsi alla crescita sempre più consistente dei prodotti biologici tout court.
Sara Olson, un’analista senior del Lux Reserach, un istituto di ricerca opinion leader sulle tecnologie emergenti sostiene che i biopesticidi inizino a diventare sempre più attraenti per il grande pubblico anche a causa della difficoltà con cui i nuovi materiali sintetici, tra cui anche i pesticidi, riescono oggi a ottenere l’approvazione per entrare sul mercato. E poi aggiunge: “Molti pesticidi chimici comunemente utilizzati entrano in crisi a causa di un uso eccessivo o improprio che talvolta sfocia anche nella formazione di una resistenza di erbacce e microbi ai pesticidi tradizionali.
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Come funzionano i biopesticidi
Alcuni biopesticidi respingono i parassiti, altri disturbano l’accoppiamento o causano una malattia specifica che colpisce gli insetti che sgranocchiano i frutti della terra rovinando così raccolti privati o industriali.
Se il biopesticida è un fungo?
Molti biopesticidi contengono funghi parassiti in grado di crescere all’interno del corpo di un insetto e di nutrirsi dei suoi tessuti fino a portarlo alla morte.
Anche se questa dinamica potrebbe sembrare orribile, da film horror quasi… i vantaggi di questo utilizzo potrebbero di gran lunga superare i disagi.
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Compatibile con l’agricoltura biologica
Secondo Nemat Keynall, un docente presso l’Istituto di scienze degli alimenti dell’Università della Florida il fungo è compatibile con l’agricoltura biologica, innocuo per i vertebrati – come gli esseri umani, gli uccelli, i cani e i bovini – e ha un basso impatto ambientale.
Questo confronto risulta particolarmente vero se confrontato con i pesticidi sintetici, che spesso contengono sostanze chimiche tossiche come l’arsenico, il cloro, l’ammoniaca e la formaldeide. Alcuni pesticidi sintetici hanno dimostrato di avere dei pesanti effetti collaterali sia sull’ambiente sia sulla salute umana. Addirittura una famiglia di pesticidi, i neonicotinoidi, è stata accusata di aver generato un crollo nella popolazione delle api nell’ultimo decennio.
Mille specie di funghi killer
Ci sono circa mille specie conosciute di funghi entomopatogeni – ovvero il tipo di fungo che uccide o annulla l’effetto nocivo degli insetti. Tutti possono essere utilizzati nella lotta ai parassiti agricoli.
Tra tutti i biopesticidi, uno dei funghi più usato è Beauveria bassiana. Questo fungo è capace di infettare un’ampia gamma di parassiti. Anche dopo che un insetto viene ucciso, il fungo continua a produrre milioni di nuove spore infettive che vengono rilasciate nell’ambiente. “Nel 1800, questo è stato uno dei primi funghi riconosciuti come un agente patogeno che ha ucciso gli insetti“, dice Raymdon St. Leger un entomologo presso l’Università del Maryland.
Il fungo Trichoderma ha una natura più versatile. Alcuni suoi enzimi agiscono formando delle vere e proprie barriere intorno alle radici delle piante e rendono impossibile l’attacco dei batteri nocivi e patogeni. Un altro fungo, il Metarhizium, è frequentemente utilizzato nelle grandi coltivazioni e crea delle schermature capaci di tagliare fuori innumerevoli insetti parassiti.
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Molto costosi
I biopesticidi possono essere molto costosi rispetto ai pesticidi sintetici. Non avendo degli agenti chimici dalla loro parte sono spesso meno veloci e devono inoltre essere applicati con maggiore frequenza. Il costo per l’agricoltore può facilmente arrivare a essere 20 volte superiore a quello che potrebbe essere un pesticida convenzionale. Inoltre i biopesticidi possono essere più sensibili alle condizioni ambientali.
La manipolazione genetica potrebbe essere il prossimo passo per immettere sul mercato più prodotti a base di funghi. Gli scienziati stanno lavorando con ceppi transgenici per migliorare la capacità letale dei funghi e per renderli in grado di tollerare condizioni avverse. Un’ennesima (e utile) applicazione a quello che potrebbe essre il futuro dell’agricoltura grazie ai biopesticidi.
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