Francia: una legge riconosce che gli animali domestici sono sensibili
GLI ANIMALI NON SONO SOLO BENI MATERIALI. Dopo che era stata rigettata la prima volta, il Senato francese ha approvato una legge che riconosce agli animali una propria sensibilità. Già nel 2014 i deputati avevano ammesso che gli animali domestici possedevano questa caratteristica, ma era stata respinta la richiesta lanciata da alcuni deputati ambientalisti, di modificare lo statuto giuridico che, nel Codice Civile francese, li considerava ancora dei “beni mobili”, alla stregua di semplici oggetti. Il 28 gennaio di quest’anno però, gli emendamenti che riconoscono agli animali domestici lo stato di esseri viventi dotati di sensibilità è stato votato in maniera positiva da tutti i gruppi politici, eccetto che l’UMP che ha votato contro e il Front de gauche che si è astenuto. La legge pare comunque essere arrivata in ritardo visto che da un sondaggio dello scorso anno l’89% dei francesi era già a favore di una modifica del Codice civile a favore degli animali.
NON TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI. Secondo Jean-Marc Neumann, vicepresidente di LFDA, quasi nulla però cambierà nella sostanza. «Quello che è comunque certo è che l’esame di qualsiasi nuova proposta più ambiziosa, e un vero e proprio dibattito sul tema, sono sepolti da almeno un decennio. In effetti, è improbabile che si riprenda questo tema esplosivo in un futuro prossimo. Troppo rischioso politicamente». È importante sottolineare infatti, che questa nuova legge non riconosce lo statuto di “essere sensibile” anche agli animali che vivono in libertà. Ciò significa che in Francia, così come nel resto del mondo, gli animali potranno ancora essere venduti, e utilizzati come “oggetti” per ricavare del guadagno. Continua Neumann «Le pratiche più crudeli, come la corrida, la caccia alla volpe, combattimenti di galli, la macellazione rituale o la pesca e l’agricoltura, non sono stati sfidati. Alcuni sperano che i giudici saranno più sensibili ai casi che coinvolgono gli animali, ma penso che lo fossero già».
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