Energie

Fonti rinnovabili in Italia nel 2023: a maggio coperto il 42,8% della domanda

Quanto riescono a coprire le fonti rinnovabili in Italia nel 2023? Si parla tanto della necessità di aumentare gli impianti di energia green, così da arrivare a eliminare l’utilizzo di combustibili fossili e dismettere quindi del tutto, per esempio, le centrali a carbone; e si legge continuamente della realizzazione di nuovi impianti, piccoli o grandi, di volta in volta fotovoltaici, eolici o di altro tipo. È però necessario capire a quale punto si è arrivati, e se il ritmo attuale di sviluppo delle fonti rinnovabili è sufficiente per contrastare i cambiamenti climatici (lo anticipiamo: non lo è).

Fonti rinnovabili in Italia nel 2023: i dati di maggio

Terna ha appena reso disponibile il Rapporto mensile sul sistema elettrico, dal quale è possibile capire qual è la situazione delle fonti rinnovabili in Italia nel 2023. Il mese scorso l’energia sostenibile è riuscita a fornire il 51,6% della generazione elettrica netta nazionale, andando quindi a coprire il 42,8% della domanda di elettricità. Il dato è positivo se comparato a quello di aprile, ma è ancora concretamente inferiore al record relativo al maggio 2021. In quel mese, dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria e alle porte dei rincari energetici, le fonti rinnovabili italiane erano infatti riuscite a contribuire per il 53% della produzione nazionale, arrivando a soddisfare il 46% della domanda.

Confrontando il maggio 2023 con quello del 2022 si scopre peraltro che è calata la domanda stessa di elettricità, del 6,3%: a influire in modo importante sarebbero stati soprattutto i ridotti consumi industriali. Non va inoltre dimenticato l’apporto di energia acquistata all’estero. A maggio 2023 la quota di energia importata è stata del 17,9% del fabbisogno.

La ripartizione delle fonti rinnovabili

Quali sono le più importanti fonti rinnovabili in Italia nel 2023? Guardando sempre al report di Terna, si scopre che a maggio fare la parte del leone è stato senza dubbio l’idroelettrico , che ha generato il 40,3% dell’energia sostenibile. Seguono il fotovoltaico con il 28,1%, l’eolico con il 14,6%, le biomasse con il 12,6% e infine il geotermico, con il 4,4%. Complessivamente le rinnovabili hanno generato a maggio 10,4 miliardi di kWh.

Guardando al mese di aprile 2023, per fare un confronto, il 36,4% dell’energia rinnovabile era stata generata dal fotovoltaico, il 25,3% dall’eolico, il 18,5% dall’idroelettrico, il 14,6% dalle biomasse, il 5,2% dal geotermico, con le rinnovabili che avevano coperto solamente il 36,5% della domanda elettrica.


La necessità di fare di più per rispettare il limite di 1,5 gradi

I dati di Terna relativi alle fonti rinnovabili in Italia nel 2023 vanno letti anche a partire dalle dichiarazioni di pochi giorni fa di Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, nel suo ‘World Energy Transitions Outlook’. Qui si dice chiaramente che non si è sulla buona strada per rispettare gli accordi di Parigi, i quali come è noto prevedono di non superare gli 1,5 gradi di aumento delle temperature rispetto all’epoca preindustriale. Secondo Irena, per rispettare questo obiettivo, sarebbe necessario triplicare la potenza annuale delle energie rinnovabili globali entro il 2030, arrivando quindi a mille gigawatt all’anno entro il 2030.

Il tanto discusso presidente designato della Cop28, Sultan al-Jaber, ha sottolineato che è necessaria «anche la volontà politica di creare le condizioni necessarie per aumentare rapidamente le energie rinnovabili. Per raggiungere i nostri obiettivi per il 2030, abbiamo bisogno di un’azione urgente per accelerare le espansioni dell’infrastruttura di rete, ridurre i tempi di autorizzazione e il costo del capitale nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo».