Finanziamenti per la transizione verde in Europa: crisi in vista
Giusto ieri Ursula von der Leyen, nel giorno della sua conferma come Presidente della Commissione europea, ha rimarcato come e quanto al centro del suo nuovo mandato ci sarà la transizione energetica. E in effetti nel suo discorso ha parlato del Green Deal nei primi 100 giorni, dell’abbattimento delle emissioni di gas inquinanti, degli e-fuels, del processo di decarbonizzazione industriale, anticipando il Clean Industrial Deal. E la Presidente ha voluto alzare l’asticella, annunciando la proposta della riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040. Parole e impegni che, ovviamente, non possono che essere accolti positivamente, soprattutto sapendo che a livello europeo gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici sembrano spesso vacillare. Ma ci sono davvero i soldi per poter raggiungere questi obiettivi? Dove sono i finanziamenti per la transizione verde in Europa? Un rapporto di Finance Watch, pubblicato tre giorni fa, ha spiegato che in realtà si sta andando incontro a una crisi di investimenti di dimensioni importanti.
La situazione dei finanziamenti per la transizione verde in Europa
Il rapporto è stato presentato da Thierry Philipponnat, Chief Economist di Finance Watch, il quale ha spiegato che “di fronte alle turbolenze ambientali e geopolitiche, la sopravvivenza dell’Europa dipende dalla sua capacità di investire massicciamente nelle transizioni verde e digitale, nelle infrastrutture sociali e nella sua autonomia strategica”. Ma quanto sarà necessario investire in tal senso? Solo per fronteggiare il cambiamento climatico in modo efficace, spiegano gli analisti di Finance Watch, l’UE dovrà investire tra il 5% e il 10% del suo PIL, ogni singolo anno, per i prossimi decenni. Philipponnat sottolinea a questo proposito che “evitare questi investimenti non è un’opzione: una scelta di questo tipo porterebbe a futuri disagi sociali ed economici, con un costo molte volte superiore rispetto a quello degli investimenti necessari per evitarli”. Ma quali sono i fondi effettivamente a disposizione dell’Unione Europea? Allargando lo sguardo agli impegni dell’agenda strategica dell’UE per il periodo 2024-2029, secondo Finance Watch si parlerebbe di appena il 30% delle risorse necessarie. E, avvisano, il gap è particolarmente ampio e preoccupante proprio per quanto riguarda i finanziamenti per la transizione verde.
Il contrasto tra le norme
A frenare i finanziamenti per la transizione verde in Europa sarebbero le regole stesse dell’UE. È palese che gli Stati membri non stanno dedicando sufficienti risorse ai progetti necessari per la mitigazione dei cambiamenti climatici, come anche per l’adattamento ad essi; ma sono note le regole relative ai bilanci pubblici, volte a garantire la stabilità dell’Unione Europea, e possibilmente la crescita. Queste due esigenze finiscono per bloccarsi l’un l’altra. E questo, spiega Philipponnat, “impedisce sostanzialmente ai bilanci degli Stati membri di contribuire nella misura necessaria”.
La soluzione indicata da molti è quella del ricorso ai mercati: l’iniziativa del Savings and Investments Union va in questa direzione. Ma questo non può che funzionare che parzialmente; il rapporto, pur considerando degli scenari estremamente ottimistici, spiega infatti che i mercati dei capitali potrebbero arrivare a coprire solamente un terzo degli investimenti necessari per la transizione verde in Europa.
A partire da questi ragionamenti, gli analisti di Finance Watch invitano la Commissione Europea a valutare l’effettiva concretezza di questa crisi degli investimenti, tutt’altro che lontana.
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