Ecco il Festival dello Sviluppo Sostenibile, per ripassare l’Agenda 2030
La buona volontà c’è, ma manca l’impegno: se infatti l’84% degli italiani si dichiara a favore delle politiche per lo sviluppo sostenibile, è anche vero che ben il 77% della popolazione si dichiara poco o per niente informato sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile che l’Onu ha fissato entro il 2030. Solo il 23% dei nostri connazionali, dunque, si dichiara ‘abbastanza’ o ‘molto’ informato riguardo all’Agenda 2030, nonostante il fatto che ben il 58% dei cittadini si dichiari spaventato dalla distruzione dell’ambiente e della natura. E se dunque gli italiani si dimostrano propensi a un pensiero ecologico ma in gran parte sono sprovvisti delle informazioni necessarie per metterlo in pratica, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha deciso di organizzare il primo Festival dello Sviluppo Sostenibile, tra il 22 maggio e il 7 giugno, proprio per ficcare in testa ai cittadini gli obiettivi decisi dall’Onu.
Gli obiettivi dell’Agenda 2030: nessuno resta indietro
Non a caso la durata del Festival dello Sviluppo sostenibile è esattamente di 17 giorni, tanti quanti sono gli obiettivi fissati dall’Onu nel 2015 con l’agenda 2030:
- Cancellare ogni forma di povertà nel mondo
- Porre fine alla fame e raggiungere finalmente la sicurezza alimentare
- Assicurare la salute e il benessere per tutti
- Assicurare un’educazione di qualità ed equa per tutti
- Raggiungere l’eguaglianza di genere
- Assicurare a tutti la disponibilità di acqua e di strutture igienico sanitarie
- Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici e sostenibili
- Aiutare una crescita economica duratura e sostenibile a livello globale
- Promuovere un’industrializzazione equa
- Ridurre le disuguaglianze interne ed esterne ai Paesi
- Rendere gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili
- Assicurare modelli sostenibili di produzione e consumo
- Adottare misure concrete contro il cambiamento climatico
- Proteggere gli oceani e i mari
- Proteggere e ripristinare l’ecosistema terrestre
- Promuovere la pace
- Rafforzare e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile
Il motto con il quale ben 193 Paesi sparsi per il mondo hanno firmato l’Agenda 2030 è stato «nessuno deve essere lasciato indietro». Ancora prima degli accordi sul clima di Parigi, con la redazione di questi obiettivi fu riconosciuto a livello internazionale che il nostro attuale modello di sviluppo è del tutto insostenibile, sul lato ambientale come su quello sociale ed economico. Come dichiarò il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, l’Agenda 2030 «è per le persone, per mettere fine alla povertà in ogni sua forma, ed è un’agenda per il pianeta, per la nostra casa comune». Ed è proprio per riportare le persone al centro di questa processo che l’ASviS ha organizzato il Festival dello Sviluppo sostenibile. Come ha spiegato il presidente dell’associazione Pierluigi Stefanini, questo evento nazionale
«sarà una grande occasione di confronto e di condivisione di pratiche virtuose che possono cambiare il nostro modello di sviluppo e, quindi, le politiche, le strategie aziendali e i comportamenti individuali. Alla fine di questa manifestazione, ci sarà bisogno dell’impegno di tutti per mettere in pratica le buone idee utili per portare l’Italia, e non solo, su un sentiero di sviluppo sostenibile».
Gli appuntamenti principali del Festival dello Sviluppo sostenibile
Nel concreto, i 17 giorni del Festival dello Sviluppo sostenibile si caratterizzeranno con più di 200 diversi eventi su tutto il territorio nazionale, tra conferenze e attività culturali. Il primo appuntamento il 22 Maggio, con l’apertura del Festival dello Sviluppo sostenibile, si terrà a Napoli a Palazzo Reale, con la partecipazione del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, del ministro dei della Coesione Territoriale Claudio De Vincenti e del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. L’evento di apertura sarà dedicato alla eliminazione delle disuguaglianze su ogni fronte, con quattro sessioni specifiche dedicate: educazione e cultura; sviluppo e imprenditoria; alimentazione e salute; lavoro e welfare. L’ASviS curerà inoltre direttamente altri due eventi, ovvero l’appuntamento a Milano il 1° giugno dedicato al contributo del settore privato nel compimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 con la partecipazione dei ministri Galletti e Calenda e l’evento conclusivo a Roma, il 7 giugno, durante il quale l’ASviS consegnerà al Governo i risultati delle riflessioni trattenute al Festival dello Sviluppo Sostenibile.
L’Italia nella zona rossa
E il Festival dello Sviluppo sostenibile sembra quanto mai necessario, in quanto, secondo il portavoce dell ASviS Enrico Giovannini, per quanto riguarda gli obiettivi fissati dall’Onu,
«l’Italia compare nella ‘zona rossa’ cioè in una condizione critica, in sette obiettivi: educazione, occupazione, disuguaglianze, consumo responsabile, lotta contro il cambiamento climatico, pace e giustizia, e partnership e in quella ‘gialla’ nei rimanenti 10, mentre in nessun caso rientra in quella ‘verde’, cioè in linea con gli obiettivi»
Il Governo, le istituzioni e gli stessi cittadini italiani devono quindi rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per migliorare la nostra delicata situazione, tenendo conto del fatto che i risultati non saranno immediati. E proprio per questo ritardo di per sé fisiologico non si può più aspettare, su nessun fronte. Basti pensare che, ad un anno e mezzo dagli accordi di Parigi sul clima, l’Italia non ha messo in campo nessuna vera strategia. Pensando alla lotta alla povertà, invece, è da sottolineare che il Parlamento ha approvato la legge sul reddito di inclusione, ma senza i fondi necessari il numero dei poveri non potrà certo diminuire concretamente.
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