Abbiamo solo 3 anni per fermare il cambiamento climatico
Dopo decenni di crescita impetuosa a livello mondiale, finalmente, negli ultimi tre anni, le emissioni di anidride carbonica originate dai combustibili fossili si sono appianate. Non è certo questo il traguardo a cui deve ambire l’umanità, ma ciò dimostra comunque che le nuove politiche ambientali messe in atto nell’ultimo periodo per fermare il cambiamento climatico stanno pian piano prendendo piede. Ma questo non è di certo sufficiente: per rispettare gli obiettivi fissati alla Cop21 di Parigi, e quindi per mantenere al di sotto dei 2 gradi centigradi il rialzo delle temperature rispetto alla media preindustriale, dobbiamo fare molto di più, e anche in fretta. Quanto in fretta? A quantificare in modo piuttosto preciso il tempo che abbiamo a disposizione per fermare il cambiamento climatico è uno studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto da un gruppo di ricercatori sotto la guida di Christiana Figueres, vice presidente del Global Covenant of Mayors for Climate & Energy. Ebbene, stando allo studio, se l’umanità non cambierà rotta nel giro dei prossimi tre anni, restare al di sotto del rialzo di 2 gradi centigradi sarà semplicemente impossibile.
Sei pietre miliari per fermare il cambiamento climatico
Siamo dunque in ritardo rispetto a quanto pianificato con gli Accordi di Parigi, ma fermare il cambiamento climatico non è già adesso impossibile: prendendo immediatamente una serie di misure sostenibili nei più diversi settori, dall’edilizia ai trasporti, questo traguardo è ancora raggiungibile. Nello specifico, gli scienziati guidati da Christiana Figueres hanno individuato sei linee guida che, se seguite alla lettera, dovrebbero garantire all’umanità la possibilità di fermare il cambiamento climatico. Ma attenzione, per la maggior parte non sono obiettivi da centrare nel prossimo ventennio, quanto nel giro di soli tre anni. Ecco dunque cosa si dovrà fare entro il 2020.
Rinnovabili: nel campo energetico, l’unico modo per fermare il cambiamento climatico è ovviamente quello di abbandonare i combustibili fossili e abbracciare le rinnovabili nel modo più diffuso possibile. A stretto giro le rinnovabili devono arrivare a soddisfare almeno il 30% del fabbisogno energetico mondiale, mentre dal 2020 in poi si dovranno chiudere tutte le centrali a carbone esistenti.
Costruzioni: nel settore dell’edilizia si deve procedere spediti verso la piena decarbonizzazione degli edifici, da portare a termine entro il 2050. Entro il 2020, invece, almeno il 2% delle costruzioni dovrà essere a zero – o quasi – emissioni.
Mobilità: per fermare il cambiamento climatico entro tre anni, almeno il 3% dei mezzi circolanti dovrà essere costituito da veicoli elettrici. Un altro traguardo importante, poi, è quello di ridurre del 20% le emissioni nocive dal trasporto aereo.
Foreste: attualmente il 12% delle emissioni del nostro Pianeta è causato dalla deforestazione e dalla conversione produttiva delle terre disboscate. Nei prossimi 36 mesi la deforestazione deve essere completamente bloccata e anzi, è necessario dare vita a nuovi boschi in grado di rafforzare l’assorbimento dell’anidride carbonica.
Industria: a partire da domani, il mondo industriale deve iniziare un processo concreto per riuscire dimezzare le proprie emissioni entro la metà del secolo, un obiettivo tutt’altro che facile, soprattutto per le industrie dell’acciaio e del cemento, per non parlare poi delle fabbriche chimiche e delle raffinerie, che tutte insieme, ad oggi, rappresentano quasi un quinto delle emissioni mondiali di anidride carbonica.
Finanza: l’ultima pietra miliare a breve termine individuata dagli scienziati per fermare il cambiamento climatico è relativo al mondo della finanza. Qui la necessità è quella di finanziare abbondantemente le azioni favorevoli al clima: tra finanziamenti e green bond si dovrebbe arrivare fino a mille miliardi di dollari all’anno. Da notare che, nel 2016, tale mercato è stato di ‘soli’ 81 miliardi di dollari.
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