Facciata che produce energia: la tettoia Sun&Shade di Carlo Ratti
L’architettura del futuro sarà intelligente, in grado di adattarsi alle condizioni climatiche mutevoli e di sfruttare al meglio le risorse naturali al fine di ridurre i consumi energetici. Unisce tutte queste caratteristiche Sun & Shade, la facciata che produce energia sviluppata dallo studio di design Carlo Ratti Associati, una delle realtà più innovative nel campo della progettazione a livello mondiale.
Una facciata che produce energia e che si adatta ai cambiamenti climatici
Realizzato in collaborazione con il Museo del futuro di Dubai, il sistema, che è ancora in fase prototipale, è stato presentato per la prima volta lo scorso 14 febbraio in occasione del World Government Summit, nell’ambito della mostra Reimagining Climate Change. L’obiettivo della copertura innovativa è infatti proprio quello di sfruttare la dinamicità e le proprietà riflettenti per adattarsi ai cambiamenti climatici in città.
Come un girasole che segue i raggi solari
La facciata che produce energia si compone di una serie di specchi che seguono il sole. In poche parole si comporta come un girasole, dove ogni singolo ‘petalo specchiato’ si muove su un doppio asse ed è in grado di riflettere i raggi solari lontano dal suolo, riuscendo quindi a controllare in modo preciso il livello di ombreggiatura desiderato e creando conseguentemente un’area sottostante raffrescata in modo naturale. A differenza di altri sistemi riflettenti, ‘Sun & Shade’ compie un ulteriore passo in avanti: i raggi solari e il loro calore non vengono dissipati ma concentrati su un ricevitore fotovoltaico, situato a una distanza ritenuta sicura, che genera energia elettrica.
Luce e ombra gestibili digitalmente
Per sviluppare il prototipo, lo studio si è ispirato alla tradizione architettonica mediorientale dove le forme particolari e le tipiche intelaiature traforate erano studiate per favorire l’ombreggiatura e la ventilazione naturale. ‘Sun & Shade’ parte da questo concetto e lo porta a una fase successiva avvalendosi della tecnologia: l’ombra e il suo livello sono infatti gestibili e controllabili digitalmente. Mentre le radiazioni solari vengono raccolte e concentrate a distanza, evitando il surriscaldamento degli ambienti e soprattutto producendo calore riutilizzabile, lo spazio sottostante il baldacchino si raffredda.
È possibile creare un gioco di luce ispirato ai disegni arabi
Il risultato è un sistema di ultima generazione che consente un miglioramento del comfort, rendendo gli spazi esterni abitabili tutto l’anno anche in climi particolarmente caldi come quelli della città di Dubai, per cui il dispositivo è stato pensato.
La facciata che produce energia è un sistema ibrido che unisce alcuni principi di architettura adattiva, dal momento in cui gli elementi che lo compongono seguono il movimento del sole e sono in grado di catturarne la maggiore radiazione. La luce solare può anche essere gestita in modo creativo perché in base all’intensità e al grado di ombreggiatura, il baldacchino può anche riprodurre, in seguito a degli input dell’utente, dei disegni dinamici che reinterpretano i tradizionali modelli dell’architettura araba.
Un piccolo impianto solare a concentrazione
Un altro modo di pensare al progetto è chiaramente quello di immaginarlo come una reinterpretazione di un piccolo impianto solare a concentrazione (CSP) che, grazie alle funzioni di controllo, può essere utilizzato non soltanto nelle aree rurali ma anche in quelle urbane. L’energia prodotta può essere utilizzata per vari scopi, dall’alimentazione degli impianti a servizio degli edifici a quella di strutture e servizi della comunità.
Rendere vivibili gli spazi all’aperto
“Il sistema- commenta Antonio Atripaldi, responsabile del progetto di Carlo Ratti Associati- va visto come una struttura architettonica per lo spazio pubblico e a servizio della comunità. Possiamo immaginarlo come una soluzione che potrà coprire piazze o strade di tutte quelle città caratterizzate da un clima caldo e arido, consentendo agli abitanti di vivere gli spazi aperti. Viceversa può essere anche adattato in condizioni climatiche rigide concentrando i raggi solari nello spazio sottostante la copertura, riscaldandone l’ambiente”.
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