Il Giappone presenta a Expo Milano la propria “Diversità armoniosa”
Dopo avervi raccontato le meraviglie dei padiglioni francese, tedesco e cinese, torniamo a Expo 2015 per scoprire la geometrica bellezza della struttura costruita dal Giappone. In occasione dell’esposizione universale di Milano, il paese del sol levante ha realizzato un incredibile padiglione in legno interamente assemblato senza l’impiego di viti o chiodi: ben 17mila pezzi, incastrati tra loro in modo da autosostenersi e da lasciar penetrare la luce solare.Il tema della partecipazione nipponica è “Diversità armoniosa”. Il Giappone vuole proporre la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato. Un modello da adottare per alleviare i problemi del mondo relativi alla fame e alle condizioni dell’ambiente.Alla base dell’alimentazione in Giappone c’è il riso. Nella cucina tradizionale si fa molto uso del gusto umami, uno dei cinque gusti fondamentali percepiti dalle cellule recettrici all’interno del cavo orale. In giapponese questo termine significa anche “saporito” e indica il gusto caratteristico del glutammato, un amminoacido presente in cibi altamente proteici, come carne e formaggio.Ma la cucina del Giappone non è solo riso: vi trovano posto anche piatti tipici a base di pesce crudo, crostacei e verdure. Questo grazie alla diversificazione delle industrie agricole, forestali e ittiche, che da tempi immemorabili operano in armonia con la natura.Le parole chiave della presenza giapponese a Expo sono due: salute ed edutainment: i piatti tipici sono presentati come modello alimentare bilanciato; specifici progetti sono proposti nelle scuole per educare a un rapporto responsabile con il cibo che limiti gli sprechi ma anche l’obesità.Il governo lavora dal 2005 per educare le famiglie alla consapevolezza alimentare e si sta impegnando per far riconoscere dall’Unesco la propria dieta come patrimonio dell’umanità. A questi temi si uniscono quello dell’armonia (ambientale ed estetica) e della tecnologia, da declinare sul fronte della conservazione degli alimenti da un lato, e su quello del sistema di trasporto e di distribuzione del cibo dall’altro.
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