Eventi meteorologici estremi, in Europa 500 miliardi di danni in 40 anni
Gli eventi meteorologici estremi sono in pericoloso aumento. Basti pensare al 2021: Coldiretti, già a settembre, contava 1.400 estremi, tra grandinate, tempeste di vento, ondate di calore e bombe d’acqua, con un sonoro +65%. E non è certo una situazione isolata. La World Meteorological Organization ha affermato che nell’ultimo mezzo secolo i disastri da ricondurre a dagli eventi meteo estremi sono aumentanti di 5 volte, con una perdita totale di circa 3.640 miliardi di dollari. Diventa quindi interessante scoprire, per esempio, a quanto ammontano i danni economici – e non solo – degli eventi meteorologici estremi in Europa.
Mezzo trilione di euro in eventi meteorologici estremi
Negli ultimi 40 anni – tra il 1980 e il 2020 – secondo i dati raccolti dalla European Environment Agency, gli eventi meteo estremi hanno causato in Europa un’ammontare di danni pari a 500 miliardi di euro. Una cifra impressionante, ma non più di quella del numero di vittime che vengono associate in modo diretto alle pazzie del clima: si parla infatti di un numero compreso tra i 90.000 e i 142.000 morti, da attribuire soprattutto alle ondate di caldo.
Una prima cosa va sottolineata: il 60% delle perdite economiche è conseguenza diretta del 3% degli eventi meteorologici, i quali da soli quindi hanno causato enormi disastri. In secondo luogo, guardando ai dati dell’Agenzia, va sottolineato che non si nota un effettivo incremento lineare dei costi degli eventi meteorologici estremi nel corso del tempo, i quali risultano distribuiti in modo disomogeneo, con dei picchi, per esempio, nel 2000 e nel 2002 – anno particolarmente funestato dagli eventi idrologici. Ma come si spiega questo fenomeno di fronte alla consapevolezza che le pazzie del clima sono andate invece incrementando nel corso degli anni?
L’impatto dell’adattamento dei Paesi al cambiamento climatico
Come ha spiegato Wouter Vanneuville dell’EEA, «non c’è un pattern evidente per i più estremi eventi meteo, i quali sono random. Ma l’adattamento che sta avendo luogo sta avendo un impatto». Il fatto che le perdite economiche non stiano crescendo negli anni non deve quindi far pensare che la situazione climatica non sia in peggioramento; è invece una dimostrazione del fatto che gli sforzi dei vari Paesi per mettersi al sicuro di fronte alle conseguenze peggiori degli eventi meteorologici estremi stanno portando a dei frutti. E, inoltre, sottolinea quanto sia importante continuare a lavorare in tal senso, sapendo che gli eventi climatici estremi diventeranno nei prossimi anni sempre più frequenti, sempre più pericolosi.
Da una parte, quindi, resta fondamentale continuare a ridurre le emissioni, puntando a raggiungere l’equilibrio delle zero emissioni entro la metà del secolo. Ma, come sottolinea Vanneuville, «pur raggiungendo le zero emissioni entro il 2050, l’adattamento continuerà a essere necessario per mantenere limitati gli impatti».
Gli eventi peggiori degli ultimi 40 anni
Se come si è visto il maggior numero di vittime è da ricondurre alle conseguenze delle ondate di calore, dal punto di vista economico gli eventi peggiori sono stati invece quelli idrologici, e quindi in gran parte inondazioni. A questa classe è da ricondurre il 44% delle perdite economiche degli ultimi 40 anni. Un 39% dei danni è invece da ricondurre a degli eventi meteo propriamente detti, e quindi per lo più a delle tempeste. Guardando ai singoli Paesi presi in considerazione dall’EEA, Svizzera, Slovenia e Francia risultano essere i Paesi con una maggiore perdita pro-capite causata dagli eventi meteorologici estremi; Svizzera, Germania e Italia sono invece i Paesi con una perdita maggiore in relazione all’estensione geografica.
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