Europa: per la prima volta più solare ed eolico che gas
Qualcuno, guardando alla situazione attuale con una certa superficialità e con ottimismo, potrebbe dire che questo risultato sia tutto sommato scontato. Altri invece potrebbero guardare a questo dato in modo più sorpreso. Al di là delle sensazioni che può portare con sé, il dato non lascia spazio a dubbi: per la prima volta la somma di eolico e di solare ha superato il gas nella produzione di energia elettrica in Europa. Il 2022 è stato il primo anno in cui la combinazione di queste due fonti rinnovabili è stata in grado di superare il gas, il quale come sappiamo è al centro della crisi energetica degli ultimi mesi. A rendere pubblico questo dato è un’indagine del centro studi energetico Ember, pubblicata all’interno del rapporto European Electricity Review. Vediamo più nel dettaglio quali sono i dati presentati.
Energia elettrica, più solare ed eolico che gas in Europa nel 2022
Il timore più grande, di fronte al venir meno dei rifornimenti di gas russo, era ovviamente quello di un feroce ritorno del carbone, con l’aumento dell’import e con l’attivazione di nuove centrali. In realtà questo ritorno di fiamma c’è stato, ma di dimensioni abbastanza ridotte: si parla infatti di un incremento dell’1,5% come media continentale. Nel 2022, quindi, il carbone è stato usato per produrre il 16% dell’energia elettrica complessiva. Il gas è invece servito per generare il 19,91% del totale, laddove il solare e l’eolico, insieme, hanno prodotto il 22,8% della produzione. Di certo questo è un passo tutto sommato piccolo lungo la via della transizione energetica del continente, ma il fatto di aver utilizzato per la prima volta più solare ed eolico che gas non può non essere celebrato, sapendo che le cose sarebbero potuto andare in modo diverso.
A minacciare il settore della produzione di energia elettrica europeo, infatti, non ci sarebbe solamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con tutte le note ripercussioni sulle forniture di gas. Secondo gli studiosi del centro studi Ember, infatti, avrebbero dei ruoli da co-protagonisti anche i ridotti livelli – da 20 anni a questa parte – di produzione di energia elettrica da centrali nucleari e idroelettriche. Il deficit causato da questi ultimi due fattori sarebbe stato colmato per l’appunto con il carbone (con una crescita del 7% negli anni) e con lo sviluppo di impianti eolici e solari.
Va peraltro detto che ci sono stati altri fattori che hanno reso possibile superare “indenni” la crisi energetica. Si pensi per esempio al clima invernale più mite, e al calo della domanda veicolato dall’aumento dei costi. Nell’ultimo trimestre del 2022 la domanda è infatti diminuita del 7,9% rispetto al medesimo trimestre del 2021. A partire dai dati raccolti, lo studio Ember ipotizza che la fetta di produzione di energia elettrica da combustibili fossili potrebbe calare del 20% nel corso del 2023: a diminuire dovrebbero essere sia la produzione da carbone che, ancora di più, quella da gas (la quale resterà infatti più costosa almeno per altri 2 anni).
L’Italia e di dati che ridimensionano l’entusiasmo
E mentre l’Europa avanza verso un’energia elettrica sempre più pulita, con più solare ed eolico che gas, in Italia i dati sono differenti, e non di poco. Guardando ai dati del nostro paese si scopre infatti che la somma di eolico e solare ha prodotto solamente il 17,08% dell’elettricità complessiva italiana, per arrivare a un 36,44% aggregando tutte le fonti rinnovabili. Il predominio del gas nella produzione di elettricità resta quindi ancora oggi indiscusso, con una fetta del 50,68%, laddove con il carbone si produce il 7,6% del totale.
Va poi sottolineato il fatto che l’analisi di Ember si sofferma unicamente sulla produzione di energia elettrica, senza quindi prendere in considerazione il gas usato ad altri scopi, nel campo del riscaldamento o in quello industriale.
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