In Europa un quinto delle specie è a rischio estinzione
Boschi, coste frastagliate, cime innevate, pascoli, fiumi, laghi, praterie, risaie, verde urbano, querceti, spiagge: nel continente europeo si incontrano i più diversi ecosistemi naturali e semi-naturali. Stando a uno studio portato avanti dal progetto europeo MaGICLandscapes, coordinato dall’Enea, dei 100 milioni di ettari che si trovano tra Italia, Austria, Germania, Repubblica Ceca e Polonia, il 60% del territorio è rappresentato proprio da queste tipologie di ecosistemi, laddove è invece stata registrata la totale assenza di ecosistemi naturali su circa il 40% del territorio preso in esame. A causare questa scomparsa della natura sono l’urbanizzazione e lo sfruttamento intensivo del territorio. E ovviamente tutto questo ha delle conseguenze molto forti sulla salute e delle specie viventi europee, le quali – non dovrebbe stupirci – non stanno certo affrontando un periodo facile. Anzi, uno studio pubblicato su PLOS One dichiara che ben un quinto delle specie in Europa risulta a rischio estinzione. Si parla più nello specifico del 19,4% delle specie animali e vegetali.
In Europa a rischio estinzione il 19,4% delle specie
I rapporti relativi al numero di specie a rischio estinzione portano spesso a risultati differenti: a variare sono i dati raccolti, i parametri presi in considerazione, le aree effettivamente esaminate, e via dicendo. Sta di fatto che il nuovo studio pubblicato su PLOS One, firmato da Axel Hochkirch del Musée National d’Histoire Naturelle del Lussemburgo, presenta una percentuale di specie a rischio estinzione doppio rispetto a quello indicato dall’IPBES, istituito dall’ONU più di 10 anni fa. L’analisi di Hochkirch è stata fatta su 14.669 specie di animali e di piante, andando a comprendere di conseguenza tutte le specie di vertebrati e una parte importante degli invertebrati e delle piante. Con questa selezione, i ricercatori hanno potuto coprire circa il 10% di tutta la flora e di tutta la fauna del continente. E i risultati come anticipato non sono positivi, anzi: le analisi ci dicono infatti che il 27% delle piante risulta a rischio estinzione, condizione che accomuna anche il 24% degli invertebrati e il 18% dei vertebrati. In tutto, le specie in pericolo sono quindi 2.389, il 19,4% del campione preso in esame. Va peraltro detto che in questo gruppo si contano 50 specie definite già “estinte” (a livello globale, regionale o allo stato selvatico) nonché altre 75 specie inserite sotto la voce “probabilmente estinte”.
Oltre i numeri
Cosa è possibile capire esaminando questi numeri? Prima di tutto il fatto che la percentuale più alta di specie a rischio estinzione si riscontra nel mondo vegetale. A motivare questo primato negativo c’è probabilmente il fatto che gli sforzi per salvaguardare la biodiversità vengono rivolti soprattutto verso il regno animale e in special modo verso i vertebrati, trascurando maggiormente le piante. Di certo un dato che deve fare riflettere è quindi anche quello relativo agli invertebrati. Se l’ultimo rapporto IPBES afferma che nel mondo si contano almeno 1 milione di specie di insetti a rischio estinzione, le stime dello studio di Hochkirch portano a pensare che invece la cifra sia doppia. Le cause che stanno portando verso questa estinzione di massa sono note: si parla del riscaldamento globale, dell’inquinamento, della cementificazione, della scomparsa degli habitat naturali, sostituiti da terreni agricoli, e via dicendo. Le conseguenze sono per l’appunto queste; e certo, è bello di tanto in tanto leggere di quella o di quell’altra specie considerata per anni estinta e invece ancora presente, come è accaduta per il celacanto, il soledonte cubano, il mosco del Kashmir e via dicendo; si tratta però di fatti isolati, di eccezioni o semplicemente di errori pregressi. La realtà è che il numero di specie estinte e a rischio estinzione è in continuo e rapido aumento.
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