L’esaurimento delle falde acquifere: cosa minaccia le riserve d’acqua del mondo
Che l’umanità abbia fatto un prolungato utilizzo insostenibile delle risorse della Terra, e che continui a farlo ancora oggi, non è certo una sorpresa. Per questo motivo gli scienziati di tutto il globo continuano a evidenziare la necessità di cambiare comportamento, di mutare approccio, di ripensare il nostro modo di vivere, di costruire, di produrre, di mangiare. Gli studi fatti in tal senso sono i più diversi, a dimostrare che le minacce determinate dall’impatto umano sul Pianeta sono le più differenti. In questi giorni è per esempio stato pubblicato il rapporto “Interconnected Disatser Risks 2023” realizzato dai ricercatori dell’Università delle Nazioni Unite (Unu, United Nations University): qui vengono elencati i 6 fondamentali punti di ritorno ai quali stiamo andando incontro. Gli scienziati della Unu definiscono un punto di non ritorno – ovvero risk tipping point nel documento originale – come un momento in cui i sistemi ecologici e sociali su cui facciamo affidamento a livello quotidiano esauriscono le loro capacità di adattamento ai mutamenti causati dalle azioni umane. Insomma, come sottolineato dagli studiosi, si parla di “punti critici” che se superati “renderanno molto difficile tornare indietro”. Si parla della perdita incontrollata della biodiversità, dei detriti presenti nello spazio, dello scioglimento dei ghiacci, delle temperature estreme, delle aree definite non assicurabili per l’altissimo rischio di catastrofi naturali e, infine, dell’esaurimento delle falde acquifere. Ognuno di questi 6 punti di non ritorno merita certo un approfondimento: qui parleremo dell’esaurimento delle falde acquifere.
La minaccia dell’esaurimento delle falde acquifere
Cosa si intende quando si parla di esaurimento delle falde acquifere? Sappiamo da anni che l’acqua dolce e potabile non è da dare per scontata. Già nel 1993, per dire, l’Onu ha stabilito che il 22 marzo di ogni anno venisse celebrata la Giornata mondiale dell’acqua, a ribadire la preziosità di questa risorsa. Le stime sono di volta in volta diverse, ma si può affermare con una certa sicurezza che attualmente circa 2 miliardi di persone al mondo non hanno accesso ad acqua pulita, e che oltre 4 miliardi di persone (più della metà della popolazione mondiale) vivono in condizioni di grave stress idrico. E certo, l’acqua dolce non può propriamente essere esaurita completamente, per via del ciclo naturare dell’acqua (dalle precipitazioni alle infiltrazioni, dalle traspirazione e dall’evaporazione, fino alle nuove precipitazioni). Ma è un dato di fatto che, per via della grandissima domanda di acqua dolce, l’acqua presente nelle falde acquifere si sta esaurendo, con il prelievo che procede molto più velocemente della capacità di “ricostituzione” naturale. Da qui, per l’appunto, il concetto di esaurimento delle falde acquifere.
Perché le riserve d’acqua sono in pericolo?
Dalle falde acquifere sotterranee dipende direttamente la disponibilità d’acqua potabile di miliardi di persone. Ma cosa minaccia queste enormi riserve? In effetti si parla di tanti elementi differenti. C’è per esempio il discorso della contaminazione, data per esempio dalla mancata separazione tra acqua dolce e acque reflue, sapendo che in tantissimi luoghi al mondo le acque reflue vengono riversate direttamente nell’ambiente, andando così a inquinare le falde. Sono da mettere in conto le perdite spesso enormi degli impianti idrici, sapendo che in molti Paesi – Italia compresa – le infrastrutture idriche sono in buona parte vetuste. E ancora, non può essere trascurata la crescita demografica, con conseguente aumento della domanda, né ovviamente la grande richiesta dell’agricoltura: il settore rappresenta da solo oltre il 70% della domanda di acqua dolce a livello globale. Per questi motivi e per i tantissimi sprechi quotidiani, le riserve d’acqua sono in pericolo, con le minacce che si moltiplicano nei periodi di siccità, purtroppo sempre più frequenti con l’incedere dei cambiamenti climatici.
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