Elettrificazione dei consumi: che cos’è?
Come abbiamo accennato in un post di pochi giorni fa dedicato all’aumento del costo delle bollette in Italia e alle possibili soluzioni date dall’incremento delle fonti rinnovabili, per accrescere l’autonomia elettrica del paese può essere centrale il concetto di elettrificazione del consumi. A ribadire questo concetto in modo molto chiaro è un Position Paper a cura di The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2a , presentato al pubblico in occasione della 48esima edizione del forum di Cernobbio. In questa indagine, tra le altre cose, si afferma che l’Italia – agendo unicamente sull’elettrificazione dei consumi e sull’efficientamento – potrebbe raggiungere oltre il 58% di autonomia energetica, di tre volte superiore rispetto al livello attuale. Ma cos’è l’elettrificazione dei consumi, nel concreto?
Il ruolo dell’elettricità nella transizione energetica
Sono in buona parte le fonti energetiche a definire le epoche, dai più differenti punti di vista. É noto che l’Ottocento è stato il secolo del carbone, e che il Novecento è stato invece il secolo del petrolio. Il nostro secolo è e dovrà invece essere sempre di più quello dell’elettricità, e più nello specifico dell’elettricità prodotta a partire dalle fonti rinnovabili. Con il termine generale di elettrificazione – più esteso rispetto a quello di elettrificazione dei consumi – si indica quindi il processo che permette di allargare l’utilizzo dell’elettricità, a livello del riscaldamento, della mobilità, della produzione industriale e via dicendo. Elettrificare significa dunque trasformare dei singoli processi normalmente alimentati con dei combustibili fossili in processi alimentati da elettricità da fonti rinnovabili, che non contemplano quindi l’ausilio di carbone o gas. Sul fatto che l’elettricità rappresenti la soluzione energetica più efficiente, performante e sostenibile non ci sono infatti dubbi.
La transizione energetica messa in modo dall’elettrificazione non prevede solo un cambiamento delle fonti utilizzate. Certo, si passa dalle centrali carbone e gas agli impianti fotovoltaici, idroelettrici, eolici e a energia marina, ma non è tutto qui. Se il modello classico prevedeva pochi e grandi centrali, il modello moderno si basa in gran parte su tanti piccoli impianti, i quali possono essere gestiti dagli stessi consumatori – si pensi ai pannelli solari sui tetti o alle comunità energetiche.
Cos’è l’elettrificazione dei consumi
Con il termine elettrificazione dei consumi si indica l’elettrificazione a livello dei consumi finali, andando quindi a completare la transizione energetica. L’esempio più esplicativo e immediato di elettrificazione dei consumi finali è quello costituito dalla caldaia elettrica. Se normalmente questo dispositivo viene alimentato a gas, la moderna caldaia può invece garantire il calore necessario senza contemplare – se a monte ci sono delle fonti rinnovabili – l’utilizzo di combustibili fossili. O ancora, si pensi alle pompe di calore, ai termosifoni elettrici oppure ai piani cottura a induzione. I quali, è bene sottolinearlo, hanno un rendimento doppio rispetto ai tradizionali fornelli a gas, assicurando peraltro, a livello tecnico, una cottura migliore, senza contemplare la dispersione della fiamma. Una società che spinge verso l’elettrificazione dei consumi, puntando quindi alla sostenibilità ambientale, ai costi minori e all’autonomia energetica, deve investire su nuovi edifici “full electric”, tali da contemplare l’elettricità come unica e sufficiente fonte di energia. Quello che sta accadendo nel mondo delle auto, dunque, deve avere luogo anche a livello ei nostri appartamenti, che saranno sempre più smart home.
È sempre più chiaro che la transizione energetica, indispensabile per ridurre le emissioni di gas serra, è fatta di tanti piccoli step, nei più diversi settori: mobilità sostenibile, elettrificazione dei consumi domestici e aumento delle fonti rinnovabili, sono tutte facce dello stesso prisma.
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