Elefanti senza zanne dalla nascita, per colpa dell’uomo
Risulta davvero difficile riuscire a comprendere e a riassumere quanto l’uomo, millennio dopo millennio e secolo dopo secolo, abbiamo modificato la natura. Pensiamo alla deforestazione, alla cementificazione, ma pensiamo anche all’inquinamento dei mari e dell’atmosfera. E ancora, pensiamo agli animali estinti o in via di estinzione per colpa diretta o indiretta delle attività umane.
Attualmente, giusto per dare dei numeri, si stima che siano circa un milione le specie animali a rischio estinzione per colpa nostra. E va detto che spesso gli animali, per riuscire a sopravvivere nonostante i mutamenti dettati dall’uomo, compiono dei cambiamenti enormi, radicali nel proprio modo di vivere e persino nel proprio organismo.
Abbiamo per esempio visto qualche tempo fa che, per via del cambiamento climatico, molti animali stanno cambiando forma, con dimensioni ridotte o becchi più piccoli. Ma c’è persino di peggio: ci sono degli elefanti che, per fuggire al bracconaggio, hanno cambiato in modo velocissimo e innaturale il proprio aspetto. Parliamo nello specifico degli elefanti senza zanne presenti nel Parco nazionale di Gorongosa, in Mozambico.
Gli elefanti senza zanne fin dalla nascita, contro la caccia
Per capire perché nel Parco nazionale di Gorongosa ci sia un’altissima percentuale di elefanti senza zanne è necessario fare un passo indietro, e spostare l’attenzione su qualcosa che di per sé non dovrebbe avere a che fare direttamente con questi enormi mammiferi.
Facciamo riferimento alla sanguinosa guerra civile che ha sconvolto il Mozambico tra il 1977 e il 1992. Causando più di un milione di morti e mettendo in ginocchio il Paese. Come è noto gli schieramenti in conflitto hanno bisogno di molti soldi, per sostenere i soldati e per pagare gli armamenti. Tra i metodi usati durante la guerra civile, tra entrambi gli schieramenti, c’è stata per l’appunto la vendita dell’avorio, portando quindi al massacro di migliaia di elefanti.
Così, in meno di vent’anni, la popolazione di elefanti del Mozambico si è ridotta del 90%, considerando peraltro che il bracconaggio è continuato, in forma minore, anche negli anni successivi alla guerra. Dopo anni di crescita, oggi nel Parco nazionale di Gorongosa si contano circa 700 elefanti adulti. Ma c’è una particolarità unica: il 50% delle elefantesse non presenta le zanne.
Questa peculiarità è la conseguenza di una rara mutazione genetica, che priva le esemplari femmine delle zanne e che non lascia scampo al 50% circa degli esemplari maschi. Stando a quanto spiegato da uno studio sulla rivista Science, proprio il fenomeno del bracconaggio avrebbe reso per gli elefanti poco vantaggioso avere questi trofei, così da dare il via a questa velocissima e del tutto innaturale mutazione.
Al di fuori del parco di Gorongosa questa mutazione è estremamente rara, e non ce si può stupire, si tratta pur sempre di una mutazione del cromosoma X che uccide metà dei maschi nati dalle elefantesse portatrici.
Altri casi di evoluzioni del tutto innaturali
Per colpa del bracconaggio, quindi, un’intera popolazione di elefanti si presenta con delle caratteristiche eccezionali e innaturali. Ma i pachidermi del Mozambico non sono gli unici animali a presentare delle mutazioni importanti causate dall’uomo.
In questi casi si citano spesso le falene, le quali sono storicamente presenti in due forme: ci sono infatti le falene scure e quelle chiare. Un tempo quelle chiare erano nettamente prevalenti. A causa della rivoluzione industriale, e per via della fuliggine che ha sporcato le betulle urbane (originariamente bianche) su cui si posavano le falene bianche, la vita è diventata via via più semplice per le falene scure, che appoggiandosi sugli alberi “anneriti” dall’inquinamento non venivano viste dagli uccelli. Per questo le falene nere, per tutta l’era del carbone, hanno preso il sopravvento, per poi tornare nuovamente una forma rara con il progressivo abbandono di questo combustibile fossile.
E ancora, si potrebbero citare le zanzare che vivono nella metropolitana di Londra, che per adattarsi all’ambiente sotterraneo hanno cambiato il modo di riprodursi, nonché il modo di nutrirsi, tanto da portare tanti esperti a considerarle come una specie a sé stante. E che dire della pecora delle Montagne Rocciose? Questa pecora selvatica, presente nel Nord America, non ha più le corna grandi come in passato. I cacciatori hanno sempre preferito cacciare le bestie con le corna più grandi, così da garantire maggiori possibilità produttive agli esemplari con le corna più piccole.
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