Un pianoforte tra i ghiacci dell’Artico: Einaudi per Greenpeace
Il pianista Einaudi nel Mar Glaciale Artico
La musica più sublime per salvare l’Artico: Ludovico Einaudi ha eseguito un suo inedito, Elegy for the Arctic, su una piattaforma galleggiante di fronte al ghiacciaio Wahlenbergbreen delle isole Svalbard, l’avamposto più settentrionale della Novergia. Questa esibizione del tutto particolare e maestosa è stata fatta per sostenere la campagna di Greenpeace per la salvaguardia dell’Artico. Come ha spiegato il pianista,
«arrivare qui è un’esperienza incredibile. L’artico non è un deserto ma un luogo pieno di vita. Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa».
Il Santuario Artico voluto da Greenpeace
Einaudi ha dato così maggior voce al coro di ambientalisti di tutto il mondo, sottolineando ancora una volta che «dobbiamo comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi». Sono infatti circa 8 milioni le firme raccolte da Greenpeace per richiedere alla comunità internazionale di redarre e sottoscrivere un accordo che possa proteggere l’Artico dallo sfruttamento e dal cambiamento climatico incombente. Nel dettaglio, Greenpeace sta chiedendo l’istituzione di un Santuario Artico all’interno del quale venga vietata ogni tipi di attività industriale ed estrattiva, limitazioni che però non piacciono ai governi di Norvegia, Danimarca e Islanda, i quali hanno enormi interessi economici concentrati intorno al Circolo Polare Artico.
Le conseguenze dello scioglimento dell’Artico
Ma è giunta l’ora di capire che l’Artico va finalmente protetto: come recita il titolo dell’ultimo report di Greenpeace, ‘What happens in the Arctic doesn’t stay in the Arctic‘, ovvero ciò che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico. Al contrario: l’alterazione di questo prezioso e unico ecosistema può compromettere l’intero equilibrio del nostro pianeta, aggravando ancora di più i cambiamenti climatici. Come Greenpeace aveva già notato nel 2014, l’Artico si sta surriscaldando due volte più velocemente di qualsiasi altra area del mondo. La drammatica stima di questo incessante processo di riscaldamento accelerato vede l’Oceano Artico del tutto privo di ghiacci entro il 2050. Le conseguenze, in tal caso, saranno enormi: la totale scomparsa della enorme banchisa di ghiaccio artica non frenerà più il passaggio di calore dall’atmosfera all’acqua, sregolando così tutti i mari del globo. C’è di più: la mancanza delle calotte ghiacciate eliminerà qualsiasi proprietà riflettente dall’Artico, e l’oceano assorbirà direttamente il calore solare, andando a formare un tragico circolo vizioso di riscaldamento che genererà altro surriscaldamento.
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