Economia rinnovabile cinese, da ultima della classe a leader?
Continua la transizione energetica della Cina, che da maggiore consumatore di carbone e grande inquinatore a livello mondiale, sembra stia puntando a diventare leader nel mercato dell’energia rinnovabile. Dopo aver annunciato la chiusura il progetto di cancellare la costruzione di ben 103 centrali a carbone, arrivano nuovi dati sugli investimenti green.
In previsione una pioggia di investimenti nelle rinnovabili
Solo nel 2015 la Cina ha investito più di 100 mld di dollari in energia pulita, più del doppio degli investimenti degli Stati Uniti, per capirci. E secondo quanto rivelato dalla National Energy Administration cinese nel piano 2016-2020 è previsto un aumento di 72 miliardi di dollari all’anno di investimenti in fonti pulite, per un totale di 361 miliardi di dollari in quattro anni.
Questo significa che le rinnovabili dovrebbero coprire entro il 2020 il 15% del fabbisogno energetico complessivo. Un obiettivo che non potrebbe sembrare particolarmente ambizioso ma che va valutato tenendo in considerazione alcuni aspetti fondamentali.
Innanzitutto stiamo parlando del Paese che dipende dal carbone per circa l’80% del suo fabbisogno elettrico e per almeno il 70% di quello elettrico e che, a causa dei suoi consumi in crescita e del quantitativo di emissioni nocive che produce è sicuramente il soggetto-chiave nella lotta ai cambiamenti climatici. Poi c’è anche da dire che negli ultimi anni il colosso asiatico sta facendo passi da giganti, con dei miglioramenti sul fronte green sicuramente inaspettati.
Un trend che fa ben sperare in un superamento degli obiettivi presentati in occasione di Cop21 a Parigi, durante la quale la Cina si è impegnata a ridurre entro il 2030 la dipendenza dal carbonio del 60-65% rispetto ai livelli del 2005 e di raggiungere una quota rinnovabile del 20%.
Economia rinnovabile cinese: il solare
Il solare è sicuramente il settore nel quale la Cina va forte e continua a macinare progressi. Cinque delle sei imprese leader nella produzione di pannelli fotovoltaici sono cinesi. E il costo medio dei moduli è crollato di circa il 30% quest’anno. A livello di produzione energetica nazionale, la Cina dovrebbe raggiungere il target sulla potenza stimato in 110 GW al 2020 con due anni di anticipo e nel 2020 potrebbe avvicinarsi ai 170 GW. Un dato che conferma che il 15% della copertura da fonti rinnovabili potrebbe realmente essere, come citato dalla stessa National Energy Administration cinese, un ‘obiettivo minimo’, che verrà sicuramente oltrepassato.
Spinta anche sulla mobilità elettrica
Ma il solare non è l’unico mercato fertile per il paese del Sol Levante, che sta ad esempio entrando a gamba tesa anche in quello della mobilità elettrica. Con oltre 200mila immatricolazioni di veicoli elettrici, la Cina ha superato nel 2015 le performance statunitensi. E due aziende cinesi, come la BYD e CATL, stanno sfidando il colosso Tesla e la Tinqi Lithium è attualmente il più grande produttore a livello mondiale di batterie al lito per auto elettriche.
In arrivo i Certificati Verdi
Anche sul fronte degli incentivi al mercato interno delle rinnovabili, la Cina si sta organizzando. Dopo essere stati annunciati qualche mese fa, ora è stato ufficializzato che a partire da luglio entrerà in vigore il meccanismo dei Certificati Verdi. Un sistema che in Italia conosciamo bene- anche se da più di un anno è stato smantellato e sostituito con altre forme incentivanti- ma che per il colosso asiatico è sicuramente una grande novità. Il meccanismo di incentivazione con i Certificati Verdi, lo ricordiamo, si basa sull’obbligo, posto dalla normativa a carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica prodotta da fonti non rinnovabili, di immettere annualmente nel sistema elettrico nazionale una quota minima di elettricità prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili.
L’iniziativa dovrebbe partire con un programma pilota, che verrà monitorato e in base ai risultati il governo cinese valuterà se introdurre un regime obbligatorio a partire dal 2018.
Non si conoscono ancora i dettagli del sistema di certificati verdi cinesi. Si parla di un valore di un MWh di energia, prodotta da sole o vento per ogni certificato ma non si sa nulla in merito al prezzo di commercializzazione.
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