Economia circolare e sport: arriva la pista fatta con gli scarti delle scarpe
Una delle prime nozioni studiate in chimica da tutti gli studenti è la così detta legge di Lavoiser, quell’enunciato che ci dice che nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. E la storia che stiamo per raccontarvi in un certo senso conferma questa teoria. Una teoria che si mette in tutto e per tutto al servizio di economia circolare e sport.
Economia circolare e sport: come la prima può aiutare il secondo
Il sistema sport deve essere aiutato. Si parla di contributi sociali, civili e politici e spesso non si pensa che anche la ricerca e l’attenzione per l’ambiente possono dare il loro contributo in maniera concreta e intelligente. È in questo modo che economia circolare e sport riescono a parlare la stessa lingua e a far parte dello stesso sistema.
Esosport è un progetto che fa tutto questo. Scarpe sportive, pneumatici e camere d’aria di biciclette, vengono raccolte e riciclate per essere riutilizzate e trasformate in pavimentazione per parchi gioco e piste d’atletica. Dallo sport da calpestare allo sport calpestato.
Economia circolare e sport. La storia di Esosport
Esosport nasce nel 2009, da un’idea di Nicolas Meletiou, managing director di ESO – un’azienda specializzata nella gestione, trattamento e smaltimento di rifiuti da ufficio: rifiuti speciali e rifiuti elettronici, smaltimento toner, neon, documenti riservati, plastica e cellulari e dal 2017 attiva anche nello smaltimento dei rifiuti infermieristici, bombolette spray, e rifiuti prodotti dalle imprese di pulizia (come stracci e guanti).
Nicolas Meletiou oltre a essere manger di ESO è anche un appassionato runner e così durante una telefonata con gli amici Fulvio Massini, preparatore atletico e Marco Marchei, direttore del mensile Runner’s World, sul tema del corretto smaltimento delle scarpe sportive esauste è nata l’idea di fondare Esosport, di fondere economia circolare e sport e di realizzare qualcosa di importante con gli “scarti sportivi” degli altri.
L’esperienza al servizio dello sport
Nel riflettere sulla fine delle scarpe sportive, ormai consumate e stipate negli armadi degli appassionati di sport, Nicolas Meletiou, grazie alla sua esperienza con ESO nel settore del recupero, smaltimento e valorizzazione dei rifiuti speciali da ufficio, ipotizza per la prima volta la possibilità di riciclare le scarpe. Si crea così l’incredibile opportunità di coniugare l’amore per il mondo del running con una consolidata competenza nel mondo dei rifiuti.
Una filosofia in linea con l’azienda madre
La nascita di esosport rientra pienamente nella filosofia dell’azienda madre che opera sin dall’inizio della sua attività con l’obiettivo di minimizzare l’accumulo dei rifiuti in discarica: questa filosofia diventa una vera e propria sfida ecologica, promossa e condivisa dal progetto esosport, un servizio innovativo, primo e unico nel suo genere in Italia e in Europa.
Recycle your shoes, repave your way
Ricicla le tue scarpe ripavimenta la tua strada è il motto di Esosport, quello che ad oggi può definirsi il primo ed unico progetto di riciclo delle scarpe sportive in Italia e in Europa.
Come funziona? Grazie all’apposita esosport bag, si possono inserire le vecchie scarpe negli ESObox, dei contenitori in cartone riciclato, presenti nei punti concordati con la Pubblica Amministrazione (scuole, spazi ludici e ricreativi, impianti sportivi, negozi) con la quale sono state stipulate specifiche convenzioni.
Un accurato processo di separazione
La raccolta ha come fine ultimo, grazie ad un accurato procedimento di separazione della suola dalla tomaia, la generazione di materia prima seconda, che, attraverso l’Associazione GOGREEN Onlus, viene attualmente donata gratuitamente alle amministrazioni pubbliche per la costruzione di due progetti: i Giardini di Betty, dedicati ad Elisabetta Salvioni Meletiou e la Pista di Pietro, progetto di atletica leggera dedicato a Pietro Mennea. Tutti possono donare le loro scarpe sportive a questa importante causa, ma anche le scarpe non sportive e addirittura le l’importante, ai fini del processo di riciclo, è che la suola sia in gomma. Non ci sono scuse per non farlo, no?
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