Economia Blu per un nuovo modello di business
C’è chi continua a considerarla una corrente di pensiero ambientalista. E chi, per pura suggestione del colore richiamato nella definizione, una branca della green economy, quella attinente la sfera degli oceani e delle acque in generale. Niente di più sbagliato e riduttivo. L’Economia Blu è molto di più di una visione ecologista, è un’alternativa concreta a un modello economico tradizionale che, come gli ultimi anni ci hanno dimostrato, si è rivelato fallimentare.
Un e-book per capire l’Economia Blu
La scarsità di informazioni a riguardo dipende sicuramente dal fatto che la Blue Economy è un concetto relativamente giovane, ma è arrivato il momento di recuperare e di iniziare a conoscere un modello di sviluppo di cui abbiamo urgente bisogno. Noi ci crediamo e abbiamo deciso di redigere un e-book che sintetizza i principi e i valori della blue economy, corredati da esempi e casi di studio che consentano di ‘passare dalla teoria alla pratica’, ovvero di comprendere dove e come il ‘blue thinking’ possa trovare applicazione nella realtà. Il documento è scaricabile gratuitamente iscrivendovi semplicemente alla nostra newsletter. Di seguito ne sintetizziamo il contenuto generale.
Cos’è la Blue Economy
Partiamo dalla definizione. Cos’è l’Economia Blu? Da più parti viene definita un’evoluzione della green economy, e questo è sicuramente vero, perché va oltre la necessità di una riduzione dell’impatto ambientale per proporsi come un insieme di principi e valori che, se adottati con ingegno, possono contribuire alla creazione di nuovi modelli di business in grado di conciliare “sostenibilità ambientale” e “redditività imprenditoriale”.
I limiti del business tradizionale
I modelli economici attuali/tradizionali perseguono una strategia di riduzione spasmodica dei costi marginali e puntano in modo massiccio sulla globalizzazione dei processi: ciò diminuisce sensibilmente il valore del lavoro e getta le basi per una corsa forsennata all’aumento della quota di mercato, incuranti dei “danni collaterali” che essa scatena. Questi danni, passando inosservati, rendono l’intero sistema rigido e resistente al cambiamento. Le stesse considerazioni possono essere fatte per ciò che riguarda le azioni messe in atto per arginare la crisi economica: austerità e taglio dei costi. Ma le crisi non si risolvono facendo di meno, bensì facendo di più con ciò che si ha.
Ispirarsi alla Natura
Ad insegnarcelo è la natura, a cui il modello di Economia Blu vuole ispirarsi. Negli ecosistemi non vi sono crisi, non vi è disoccupazione e non vi sono rifiuti. Perché? Perché ognuno fa la sua parte, perché tutto si ricicla e perché il sistema è resiliente, ovvero è capace di adattarsi ai cambiamenti.
Nuovi processi basati su riuso e circolarità
L’Economia Blu cerca di applicare gli stessi principi che vigono in natura nei nostri sistemi economici, puntando sull’innovazione ma anche e soprattutto su nuovi modelli produttivi che cambiano il nostro modo di guardare alla produzione, alla distribuzione e ai consumi. Se imitiamo il modo in cui gli ecosistemi trasformano ogni cosa, anziché sostituire un elemento tossico con uno meno inquinante, potremo utilizzare nuovi processi verdi e sostenibili, creando posti di lavoro e surclassando le industrie che producono rifiuti. Come? Ve lo spieghiamo con qualche esempio nel nostro ebook. Per scaricarlo iscrivetevi alla nostra newsletter compilando il form qua sotto. Buona lettura!
[mc4wp_form id=”16892″]
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo