Un documentario kolossal nella riserva naturale d’Europa
Dopo averci raccontato le rotte degli uccelli migratori ne “Il Popolo Migratore” e i maestosi cetacei in “Océans“, il regista francese Jacques Perrin torna sulla terra, per ripercorrere la storia delle grandi foreste scomparse d’Europa. “Les Saisons“, girato insieme a Jacques Cluzaud, è uscito a gennaio 2016 in Francia e poi distribuito in tutto il mondo, Italia compresa, dove ha chiuso a giugno la diciannovesima edizione del Festival CinemAmbiente di Torino.
Protagonisti gli animali
La cifra è la stessa con cui Perrin si è guadagnato una fama a livello internazionale a partire dagli anni ’60: un documentario kolossal, che unisce rigore scientifico e spettacolarità da film, adottando il punto di vista degli animali, unici protagonisti delle pellicola.
Viaggio nei 12mila anni di storia naturale europea
“Les Saisons” è un viaggio negli ultimi 12mila anni di storia europea, che gli animali hanno condiviso con gli uomini. Dall’ultima glaciazione fino ai giorni nostri la conformazione dell’Europa e la sua biodiversità sono notevolmente cambiate. Con l’inizio dei cicli stagionali si sono sviluppate foreste, montagne, pianure e con loro una grande varietà di specie animali. Poi è arrivato anche l’uomo che ha cercato di ritagliarsi uno spazio e di trovare una forma di convivenza con la natura e i suoi abitanti. Il progresso e lo sviluppo culturale hanno mano mano portato a degli interventi radicali sull’ambiente: prima la caccia, poi la deforestazione e infine l’urbanizzazione massiccia hanno progressivamente messo a repentaglio la vita degli animali. A tutto ciò si sono aggiunti i cambiamenti climatici che stanno distruggendo l’intero sistema, mettendo in pericolo la biodiversità e lo stesso benessere dell’uomo.
‘Ma la natura non abdica, nonostante tutto, resiste’, conclude con speranza la voce narrante di Perrin.
Girato nei siti protetti dell’Ue
Una parte significativa del documentario è stata girata all’interno di Natura 2000, la rete di aree protette dell’Unione Europea più grande al mondo. I due registi hanno selezionato 16 siti, principalmente fra le Alpi e i Pirenei francesi, Normandia, Scozia, Olanda, Norvegia e Romania, selezionati in base alle specie animali presenti ma anche per gli habitat e i paesaggi che offrono. La troupe ha filmato la vita quotidiana di quasi 30 mammiferi e 31 specie di uccelli: dai lupi, orsi, ghiri, renne, avvoltoi ai gufi, civette, picchi, passando per gli insetti.
Filmarli da vicino ha significato conviverci per un periodo di tempo prima di guadagnarne la fiducia e poterne seguire gli spostamenti senza interferenze.
Obiettivo: sensibilizzare attraverso le emozioni
“Les Saisons” non è un classico documentario. Il narratore rimane in disparte per la gran parte del tempo, le informazioni che ci vengono date sono poche, al centro c’è quasi esclusivamente la vita degli animali, a cui ci è permesso di assistere quasi fossimo nei paraggi. E’ un’epopea delicata e poetica. Non a caso più volte Perrin ha ammesso che il suo obiettivo non è quello di informare o di indottrinare ma di indurre a una riflessione attraverso le emozioni, il coinvolgimento empatico.
Natura 2000, la riserva naturale più grande del mondo
Il sostegno dell’UE si è rivelato un contributo importante alla realizzazione del film. Sia da un punto di vista di credibilità e quindi di maggiore attrattività per gli sponsor che hanno scelto di supportarne la produzione sia per la possibilità di girare, come già detto, in alcuni siti protetti. Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Le attività umane non sono escluse
Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse. Al contrario, ci sono diversi siti dove la presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura e che quindi sono previste e difese. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l’agricoltura non intensiva.
In Italia il 19% del territorio è parte di Natura 2000
Gradualmente ampliata dall’anno della sua creazione, la rete Natura 2000 attualmente copre circa il 18 % del territorio dell’Unione e riunisce quasi 27 000 siti terrestri e marini. In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.
Di seguito il trailer del documentario
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