Diritto all’acqua: cos’è il watergrabbing?
Non è più fantascienza. Le guerre e le dispute per l’approvvigionamento dell’acqua sono qualcosa di più vicino a noi di quanto si possa immaginare. Chi ha il controllo dell’acqua è destinato ad avere anche il controllo politico di una nazione e la sensazione che abbiamo è che sul diritto all’acqua e sul suo controllo si gestiranno gli equilibri internazionali del prossimo futuro.
Watergrabbing
Watergrabbing è un’espressione che potrebbe essere tradotta grossolanamente in “accaparramento dell’acqua”. Indica tutte quelle situazioni, sempre più frequenti, in cui potenti soggetti sono in grado di prendere il controllo (in maniera più o meno coatta) delle risorse idriche o a deviarle a proprio vantaggio, sottraendo di fatto il diritto all’acqua a tutte le comunità locali o addirittura a intere nazioni.
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Effetti devastanti
Gli effetti causati dal watergrabbing, è facile intuirlo, sono devastanti. Le famiglie vengono scacciate dai loro villaggi per fare spazio a imponenti dighe, le fonti d’acqua e le condutture vengono privatizzate e talvolta si arriva anche a conquistare il controllo delle fonti idriche da parte di forze militari.
Diritto all’acqua, diritto fondamentale
Nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione con la quale riconosce il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari tra i diritti umani fondamentali e inalienabili. Questa storica risoluzione, sancisce che “l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani”. Eppure nonostante la risoluzione scritta e approvata ben sette anni fa ancora oggi questo diritto non viene tutelato attivamente dagli stati membri.
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Acque transfrontaliere
Così come non viene rispettato il trattato delle Nazioni Unite sulle acque transfrontaliere. Un trattato scritto e pensato per ridurre i rischi di conflitto legati all’acqua. Il trattato è ad oggi firmato da solo 39 stati tra cui non compaiono super potenze come Usa e Cina, al momento sorde agli appelli delle altre nazioni che le inviterebbero a supportare il documento.
L’acqua che sposta gli equilibri
Nei paesi meno sviluppati l’acqua rappresenta oggi il principale bene, capace di spostare gli equilibri all’interno di una nazione. Di far nascere crisi internazionali e interne. Detenerne il controllo diventa strategicamente fondamentale e privatizzarne l’uso limitandolo solo a chi può permetterselo o al migliore offerente significa giocare con la vita di centinaia di migliaia di persone.
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Fonte… di conflitto
Sotto la spinta della crescente domanda dovuta all’aumento di popolazione e sotto la morsa del cambiamento climatico, sempre più visibile nella nostra quotidianità, l’acqua diventa fonte di conflitto, bene scarso e non infinito che è fondamentale accaparrarsi anche a spese del vicino o a discapito spesso anche di soggetti deboli come le donne e le bambine che in alcuni paesi si occupano della raccolta giornaliera sottraendo tempo all’educazione e al lavoro.
Un progetto per il diritto all’acqua
Il progetto Watergrabbing – a Story of Water racconta il fenomeno dell’accaparramento dell’acqua e lo fa raccontando molte storie. Ognuna diversa dalle altre. Ogni storia declina un tema specifico (dalle acque transfrontaliere alle dighe, dall’accaparramento per scopi politici a quello per scopi economici) e mostra gli attori coinvolti, paese per paese. A corredo di questo interessantissimo e fondamentale lavoro di approfondimento è stato realizzato un importante strumento di studio e ricerca: un vero e atlante geografico con indicata, stato per stato, la questione idrica.
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Cosa fare?
Un pool di giornalisti, fotografi, cartografi e ricercatori, quasi tutti italiani, ha iniziato a lavorare da qualche su questo tema. L’obiettivo è mostrare ai cittadini come l’acqua e il watergrabbing stiano diventando le cause dei nuovi conflitti e di ingiustizia diffusa. Grazie al Centro di Giornalismo Europeo (EJC) è stato possibile finanziare in gran parte questo progetto. Ora, per completarlo è stata aperta una raccolta fondi.
L’appello lanciato dai ricercatori
In questo modo potremo completare uno dei più grandi lavori mai realizzati a livello globale sul topic del water grabbing e abbiamo proprio bisogno del tuo aiuto per avviare un’inchiesta ambientale in Brasile e in India, due Paesi fortemente impattati dalla privatizzazione e dai cambiamenti climatici.
Il diritto all’acqua nel dibattito pubblico
Il progetto – si continua a spiegare su sito – crescerà in modo da creare un impatto reale, rilanciando il tema del Diritto all’ acqua nel dibattito pubblico e anche politico, con presentazioni mirate alla Camera dei Deputati, agli uffici preposti dell’ONU e al Ministero degli Affari Esteri. Dal punto di vista educativo il progetto sarà fatto conoscere nelle scuole e università per raccontare, grazie anche all’ausilio delle mappe e delle innografiche, la questione idrica e i suoi legami con economia, agricoltura, sanità e cambiamento climatico.
I risultati di questo progetto multidisciplinare confluiranno in un libro che verrà pubblicato in italiano e inglese; sarà data vita a un nuovo speciale giornalistico, a un catalogo fotografico, a un atlante cartografico e verranno fornite e diffuse infografiche e contributi tematici con una mostra fotografica itinerante.
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