diritto al cibo
Agricoltura

Diritto al cibo: cosa è emerso dopo il G7 di Bergamo

Tra sabato 14 e domenica 15 ottobre si è svolta la due giorni di Bergamo dove è andato in scena il G7 dedicato all’agricoltura e all’interno del quale c’è stato modo di discutere approfonditamente del diritto al cibo.

Cosa si intende per diritto al cibo?

Diritto al cibo può significare molte cose e per questo è importante che la questione venga inquadrata nella migliore prospettiva possibile. Diritto al cibo significa accesso alle fonti alimentari, ma significa anche educazione alimentare e capacità di coltivare, lavorare e ottenere come comunità o come popolazione la proprie fonti di cibo. Diritto al cibo può essere riassunto dal nostro punto di vista con il famoso proverbio cinese che dice: Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.

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La dichiarazione di Bergamo

Nell’immediata chiusura dei tavoli di lavoro del G7, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che nel corso dei lavori si è decisa l’adozione unanime di quella che verrà ricordata come la “Dichiarazione di Bergamo”.

Diritto al cibo per mezzo miliardo di persone

500 milioni di persone fuori dalla fame entro il 2030 – ha dichiarato il Ministro Martina come Presidente del G7 agricoltura che ha poi proseguito argomentando: attraverso impegni concreti dei sette Paesi. È questo l’obiettivo che confermiamo come G7 agricoltura nel solco di Taormina e nella più ampia cornice Fame zero dell’Onu. Il ruolo della cooperazione agricola sarà decisivo per raggiungere questo traguardo, perché la maggioranza delle persone che soffrono la fame vive in aree rurali. La fame è una questione prima di tutto agricola. Per questo abbiamo deciso di aumentare gli sforzi per favorire la produttività sostenibile in particolare in Africa, attraverso la condivisione di buone pratiche per aumentare la resilienza e accompagnare lo sviluppo delle comunità locali. Abbiamo affrontato anche il tema della difesa dei redditi degli agricoltori davanti alle crisi dovute al cambiamento climatico e a quelle economiche, affidando il mandato alla FAO per studiare azioni sul tema”.

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Trasparenza nel prezzo e protezione delle diversità. L’impegno di Martina

“Ci sono temi – prosegue Martina – sui quali dovremo aumentare ancora gli sforzi, come la protezione dei suoli e la biodiversità, la maggiore trasparenza nella formazione del prezzo del cibo e la riduzione radicale dello spreco alimentare. Su questi fronti serve più consapevolezza, ognuno deve sentire forte la propria responsabilità. Anche per questo abbiamo voluto un G7 aperto, con una settimana dedicata dalla città di Bergamo a decine di appuntamenti sul tema del diritto al cibo, in continuità col lavoro che l’Italia ha fatto con Expo Milano. Una partecipazione straordinaria di giovani, organizzazioni non governative, agricoltori, istituzioni, associazioni che hanno dato spunti interessanti per il lavoro di confronto con gli altri ministri. Da Bergamo rilanciamo ancora la sfida per garantire davvero il diritto al cibo di ogni essere umano a qualunque latitudine”.

Tra il diritto al cibo e la Dichiarazione di Bergamo, scopriamo i tratti fondanti

La Dichiarazione di Bergamo, frutto dell’accordo tra tutti i Ministri, ha visto alcune priorità fondamentali. Analizziamole nel dettaglio.

Tutela del reddito dei produttori dalle crisi climatico ambientali, dando mandato all’OCSE

Con questa azione si vuole promuovere la tutela del reddito dei produttori, a partire dai piccoli, davanti alle crisi economiche e i disastri climatici. I Paesi del G7 hanno concordato di affidare alla Fao, all’OCSE, all’IFAD e al WFP il compito di studiare un programma di azioni e di individuare una definizione unitaria di evento catastrofico che oggi ancora manca.

Aumentare la cooperazione agricola con l’Africa

L’azione si riassume in diverse funzioni: aumento della cooperazione agricola, sviluppo delle partnership nella ricerca, trasferimento di conoscenza e tecnologia. La zona prioritaria di intervento, anche in relazione al fenomeno migratorio, è il continente africano, dove il 20% della popolazione soffre di povertà alimentare.

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Maggiore trasparenza nei prezzi del cibo

Il G7 si è chiuso con l’impegno a rafforzare la trasparenza nella formazione dei prezzi e nella difesa del ruolo degli agricoltori nelle filiere soprattutto di fronte alle crisi di mercato e alla volatilità dei prezzi. In particolare sui mercati locali si lavora a partire dalla Fao per dotare i produttori di strumenti che li aiutino nella definizione dei prezzi anche utilizzando big data e previsioni sull’andamento dei mercati;

Combattere e sconfiggere lo spreco alimentare

Dalla due giorni è emerso come un priorità il rafforzamento delle norme e delle azioni per ridurre le perdite di cibo e gli sprechi alimentari, che oggi coinvolgono un terzo della produzione alimentare mondiale;

Tracciabilità per i sistemi produttivi territoriali

Punto finale che prevede l’adozione di politiche concrete per la tracciabilità e lo sviluppo di sistemi produttivi legati al territorio.