Desalinizzazione ed energia solare: l’innovativo impianto sarà costruito in Marocco
Poco meno dell’1% della popolazione mondiale dipende quotidianamente dagli impianti di desalinizzazione delle acque: a soddisfare il loro bisogno di acqua ci sono circa 21mila impianti industriali attivi in tutto il mondo, la maggior parte dei quali concentrata nel Medio Oriente. Ma rendere potabile l’acqua attraverso questo processo è piuttosto costoso ed energivoro, e proprio per questo, negli ultimi anni, sono stati sperimentati molti metodi per aumentare l’efficienza di questo processo e diminuirne i costi. A livello teorico, la soluzione migliore sarebbe quella sostituita dall’accoppiata tra desalinizzazione ed energia solare, e un fulgido esempio di questo tipo sarà a breve attivo in Marocco.
La combinazione vincente tra desalinizzazione ed energia solare
L’artefice di questa innovativa soluzione di desalinizzazione ed energia solare sarà l’impresa spagnola Abengoa, la quale poche settimane fa ha annunciato di aver stipulato un accordo con il governo marocchino per costruire quello che diverrà il più grande impianto di desalinizzazione di acqua marina alimentato da energie rinnovabili. Abengoa si occuperà di tutto quanto, dalla progettazione alla costruzione, oltre all’assicurarsi la manutenzione dell’impianto per 27 anni. Da questo immensa struttura che unirà i benefici di desalinizzazione ed energia solare usciranno ogni giorno 275.000 metri cubi di acqua desalinizzata. Più della metà – 150 mila metri cubi – verrà destinata alla popolazione come acqua potabile, mentre il resto – 125 mila metri cubi – sarà utilizzato in agricoltura, per andare ad irrigare 13.600 ettari di coltivazioni circostanti la città costiera di Agadir. Ma non è tutto qui: nel contratto tra Abengoa e il governo del Marocco c’è anche la possibilità di un futuro ampliamento dell’impianto basato su desalinizzazione ed energia solare, così da arrivare ad una capacità totale quotidiana di 450.000 metri cubi. Già con la sua capacità iniziale di 275.000 metri cubi, però – contando il fatto che ogni persona, tra usi personali, igienici, agricoli ed industriali, consuma direttamente o indirettamente 3,8 metri cubi di acqua ogni giorno – l’impianto di desalinizzazione ed energia solare riuscirà a soddisfare il fabbisogno idrico di circa 72.500 persone.
Sfruttare l’impianto solare di Ouarzatate
Finora, però, abbiamo parlato di desalinizzazione ed energia solare senza citare alcun pannello di questo tipo: l’energia sarà infatti attinta dall’impianto solare di Ouarzazate, una città relativamente giovane che si trova a ridosso del deserto del Sahara, resa vivace dalle tante produzioni cinematografiche internazionali che hanno scelto i suoi scorci come location d’eccezione. Ebbene, dalla centrale di Ouarzazate correranno per circa 400 chilometri dei cavi dell’alta tensione ad alimentare direttamente il nuovo impianto di desalinizzazione.
Non tutti gli impianti di desalinizzazione sono uguali
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non tutti gli impianti di desalinizzazione sono pensati per riuscire a rendere potabile l’acqua degli oceani. Come spiega lo scienziato tedesco Klemens Schwarzer dello Jülich Solar Institute, «solo circa la metà degli impianti a livello internazionale è in grado di farlo, mentre tutti gli altri si limitano a processare acqua proveniente da altre fonti impure, come acqua di falda salmastra o acqua di fiume inquinata». Non tutti gli impianti di desalinizzazione, inoltre, utilizzano la stessa tecnologia, anzi, ne esiste una gamma molto ampia. I due modelli che vanno per la maggiore sono gli impianti a desalinizzazione termale o a osmosi inversa. Nel primo caso, l’acqua viene fatta evaporare, lasciando così sul fondo le impurità e il sale. Nel secondo caso, con l’osmosi inversa, l’acqua viene fatta passare attraverso molti filtri, fino ad arrivare, attraverso l’impiego di pompe ad alta pressione, ad una membrana a maglie microscopiche, dove nessuna impurità riesce a passare. Il nuovo impianto marocchino sarà di questo secondo tipo.
Quanto e a chi conviene il mix tra desalinizzazione ed energia solare?
Le potenzialità del connubio tra desalinizzazione ed energia solare, dal punto di vista teorico, sono enormi. Il 97,5% circa dell’acqua presente sulla Terra è salata, e circa il 90% della rimanente acqua dolce è di fatto intrappolata nei ghiacci dell’Antartide, della Groenlandia e via dicendo. Insomma, con la desalinizzazione sostenibile, teoricamente parlando, si potrebbero trasformare i deserti e le zone semi-aride in coltivazioni verdi e produttive. Ma, come spiegata laconicamente Schwarzer, questa soluzione «è molto costosa». Non è un caso che la maggior parte degli impianti di desalinizzazione sia localizzata in paesi ricchi di petrolio, come l‘Arabia Saudita, e che essi siano nella maggior parte di tipo termale anziché ad osmosi inversa. Questo perché per depurare l’acqua viene utilizzato il calore residuo delle centrali elettriche a combustibile fossile: in questo caso, dunque, la desalinizzazione diviene economicamente conveniente. E sempre in questi casi, come si può capire, l’accoppiata tra desalinizzazione ed energia solare non può – almeno per ora – essere presa in considerazione seriamente, in quanto nessun soggetto sarebbe disposto ad avviare un’attività del tutto antieconomica. Nei casi in cui, però, l’acqua potabile manca totalmente, così come i combustibili fossili, allora sì, come conferma Schwarzer,
«le soluzioni di desalinizzazione ed energia solare hanno assolutamente senso. Lo stesso Marocco importa gran parte dei combustibili fossili. Possiede però un potenziale immenso quanto a energia solare ed eolica, e adesso sta iniziando ad approfittarne».
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